Cugini uccisi e bruciati a Rero: altri due mesi per la verità
RERO. Altri due mesi per scoprire la verità sulla morte dei cugini Riccardo e Dario Benazzi, trovati carbonizzati nelle campagne di Rero lo scorso 28 febbraio. Filippo e Manuel Mazzoni, che vivono nei pressi dell’impianto dove sono stati scoperti i corpi, sono indagati per omicidio e distruzione di cadavere. Ieri nell’aula di tribunale a Ferrara il giudice Vartan Giacomelli ha accolto la richiesta di incidente probatorio presentata da Stefano Marangoni, avvocato difensore dei Mazzoni. Le operazioni di studio delle prove raccolte inizieranno l’8 ottobre, si tornerà in aula il 15 dicembre ma se verrà richiesta una proroga per analizzare il tutto l’udienza sarà rinviata. Il giudice ha incaricato i periti Pasquale Linarello, biologo ed esperto di Dna, ex ufficiale del Ris e Oscar Ghizzoni, chimico forense, di eseguire tutti gli accertamenti di natura biologica, dattiloscopica e chimica.
Marangoni ha nominato a sua volta due consulenti mentre l’avvocato Lovison, difensore dei cugini uccisi, ha detto di aver piena fiducia nel lavoro della magistratura e non ha nominato consulenti di parte. Gli esami che potrebbero dare una svolta definitiva al caso sono elencati nell’atto notificato alle parti, e primo tra tutti lo Stub, per le tracce di polvere da sparo su indumenti e indagati (i prelievi fatti dopo l’omicidio) e ancora esami su scarpe e tappetini dell’auto di padre e figlio, alla ricerca del Dna, tracce biologiche all’interno della loro auto. Ma le nuove prove sono quelle di ricerche di tracce latenti e Dna estraneo alle vittime su una bottiglia di plastica rinvenuta nell’auto e ancora Dna su due monete e un portachiavi con tre chiavi e su uno scalpello di ferro trovati appunto del campo dell’impianto eolico dove sono stati uccisi i Benazzi. Tutti atti che dovranno dare risposte certe, all’accusa e alla difesa, per continuare l’indagine e chiuderla oppure scagionare i Mazzoni dall’accusa di omicidio e distruzione di cadavere. Ieri in aula era presente anche Sabrina Benazzi, figlia di Dario. Ancora due mesi, dunque, per analizzare tutti i reperti. In caso di necessità potrà essere chiesta una proroga e, se così sarà, l’udienza ora fissata per il 15 dicembre, verrà rinviata a nuova data.
© RIPRODUZIONE RISERVATA