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Сентябрь
2021

Nelle scuole mantovane sospesa una decina di insegnanti no-green pass

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MANTOVA. Sono una decina gli insegnanti delle scuole mantovane a essere stati raggiunti dal provvedimento di sospensione dal lavoro (e dallo stipendio) per non aver presentato il green pass all’istituto di appartenenza per cinque giorni consecutivi.

Si tratta di una stima riferita dall’amministrazione scolastica e potrebbe quindi non essere precisa. È una quota davvero molto piccola, ma la presenza di un insegnante no green pass nel proprio organico può creare grossi disagi a una scuola. Soprattutto per gli studenti delle classi dove il docente insegna.

Motivo? Un dipendente sospeso per la mancanza del green pass potrebbe da un giorno all’altro regolarizzare la sua posizione, anche sottoponendosi a un semplice tampone. Questo significa che la dirigenza della scuola (o delle scuole), non è in grado di prevedere per quanto tempo l’insegnante (o il collaboratore scolastico) resterà a casa dal lavoro. Di conseguenza la scuola è impossibilitata a ricorrere a un supplente.

La cosa si traduce inevitabilmente in un disservizio per gli allievi. «Uno dei professori della scuola che dirigo non ha presentato il green pass per cinque giorni lavorativi consecutivi e ho dovuto far scattare la sospensione – spiega il dirigente di un istituto superiore mantovano – per coprire le sue ore di insegnamento, ogni giorno siamo costretti a sostituirlo con gli insegnanti disponibili in quei momenti. Non è possibile ricorrere a una supplenza perché non è nota la durata dell’assenza da coprire. L’insegnante sprovvisto di green pass, teoricamente, potrebbe fare un tampone e rientrare in servizio per 48 ore. Poi potrebbe non rifarlo e restare di nuovo a casa o ripeterlo e tornare a scuola. È una situazione che va chiarita a livello normativo».

Teoricamente, le classi dove il docente ha la cattedra, potrebbero essere costrette a non seguire una sola lezione della materia (o materie) da lui insegnata per settimane o mesi. Ovviamente anche il docente che rifiuta di dotarsi di green pass (quindi non si vaccina e nemmeno si sottopone a tampone, a proprie spese, ogni 48 ore) ha un prezzo da pagare: la sospensione dello stipendio.

In realtà, gli insegnanti e il personale non docente che hanno deciso di non vaccinarsi contro il Covid, pur essendo una piccola minoranza del totale dei dipendenti, sono molti di più della decina di prof sospesi. Per poter entrare nell’edificio scolastico ripetono ogni 48 ore il tampone per verificare l’assenza di positività al coronavirus. Si tratta, anche in questo caso, di una scelta dispendiosa perché il costo del test è a loro carico.

Tutte queste informazioni sulle decisioni prese dal personale non sono in realtà disponibili per l’amministrazione delle scuole, perché tutelate dal diritto alla privacy dei dipendenti. L’unica cosa che il preside può sapere è se insegnanti e non, hanno o non hanno il green pass valido giorno per giorno. Ad informarli è la piattaforma ministeriale messa a disposizione di ogni singolo istituto.

Se a un docente, un bidello o un impiegato del settore amministrativo scade il certificato, il programma informa in tempo reale la dirigenza scolastica. A quel punto il preside (o un suo incaricato) informerà il dipendente che il suo green pass è scaduto e che non può accedere all’interno dell’edificio.




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