Il governo riapre, ma in C è fuga dagli stadi: anche Mantova è alla ricerca del tifo perduto
MANTOVA. Il governo sembra pronto ad andare incontro alle richieste del mondo del calcio, allentando le restrizioni sulla capienza degli stadi, ma soprattutto in serie C – e anche a Mantova – il problema è riportare la gente negli impianti, attualmente vuoti per mancanza di tifosi e non certo per carenza di posti.
Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, intervistato dalla Rai ha detto che le cose presto cambieranno: «Il 30 settembre ci sarà una valutazione: credo che ci saranno le condizioni per procedere a un ampliamento delle capienze per teatri e cinema, oltre che per gli stadi. Credo ci possa essere una tappa intermedia sull'aumento che può prevedere un 75-80% per poi guardare nelle prossime settimane all'obiettivo del 100%».
Per il Martelli questo significherebbe passare dall’attuale capienza di poco più di tremila spettatori ai 4.520 e in prospettiva poter sfruttare tutti i 6.027 posti per i quali è stata concessa l’agibilità.
In Viale Te però commentano amari che «al momento il problema non sussiste». Per il debutto interno contro la Giana Erminio, infatti, allo stadio sono andati appena 925 spettatori e la campagna abbonamenti last minute lanciata dalla società non ha riscosso enorme successo, tanto che al momento (saranno disponibili fino a domenica) sono state sottoscritte circa 440 delle mille tessere messe in vendita.
Vedremo se il quasi derby con il Piacenza (partita tradizionalmente sentita in riva al Mincio) cambierà qualcosa o se il popolo biancorosso continuerà a disertare le gare di Guccione e compagni. Questa squadra molto giovane – che come scrivemmo dopo Salò ricorda molto la banda terribile di Ivan Juric di qualche anno addietro – avrebbe davvero bisogno di una spinta forte dagli spalti. Sarebbe fondamentale per non abbattersi dopo i primi risultati non esaltanti e per continuare a macinare gioco, perché alla lunga mettendo sotto gli avversari prima o poi le vittorie arrivano.
Allargando l’orizzonte, c’è da dire che se Atene piange Sparta non ride. Nel senso che Mantova è in ottima compagnia per quanto concerne il calo di spettatori. Il problema in C è generale, anche se alcune piazze (ad esempio Modena, Reggio, Pescara e più giù Palermo, Taranto, Bari e Foggia) fanno eccezione.
Nel girone A la partita più seguita finora è stata Padova-Triestina con 1.769 spettatori. E sopra le mille presenze sono andate soltanto Piacenza (1.485 tifosi contro la Pro Patria) e Pro Vercelli (1.080 contro il Seregno). Per il resto è un deserto, con il record negativo del Renate (150 spettatori contro la Virtus Verona) e con tantissime partite alle quali hanno assistito meno di 500 persone.
Il Mantova del resto ne sa qualcosa, perché a Legnago ha giocato davanti a 450 spettatori, a Salò davanti a 276 tifosi e a Gorgonzola davanti a 184 anime. Numeri che fanno ben capire quanto potrebbe pesare la tifoseria biancorossa, anche lontano dal Martelli (e pure in termini di arbitraggi visto quanto successo contro l’Albinoleffe), se tornasse a seguire con entusiasmo la squadra.
Negli altri gironi di C le cose vanno sicuramente un po’ meglio, ma le società non fanno certo incassi da nababbi. Un esempio per tutti: il Cesena, che nel recente passato anche in D aveva migliaia di abbonati, nelle prime due gare interne della stagione contro Gubbio e Imolese non ha raggiunto neppure i 2.500 spettatori.