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Сентябрь
2021

Al DoubleRoom in mostra i “contrari venti” danteschi con Spacal, Paschini e Stojnić

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TRIESTE. In questi primi giorni d’autunno in cui la bora torna a spazzare Trieste e la costa adriatica, le suggestioni poetiche, complici i tramonti coloratissimi che si possono ammirare ogni sera, ci aspettano di continuo, basta guardarsi intorno. Non è difficile immaginare Dante, ancora evocato in occasione dei settecento anni dalla morte, seduto a osservare il mare e a meditare sullo scoglio di Duino che porta il suo nome: magari è proprio in quei momenti di ispirazione che compone la celeberrima terzina della Divina Commedia dedicata alla passione tra Paolo e Francesca.

La Bora diventa struggente e portentosa sul Carso dove Lojze Spacal con intuizione visive di sintesi tra segno e colore riesce a trasmettere nei suoi quadri la magnifica asperità della natura. Se ci si sposta in città, tra le vie del centro e le rive, i personaggi alle prese con le bizze del vento possono assumere le fattezze di un divertente racconto illustrato, come le immagini disegnate da Sara Paschini per la storia che Gianni Rodari ambienta a Trieste, “La Bora e il ragioniere”.

Queste e altre proposte arrivano oggi alle 18 nello spazio espositivo DoubleRoom per una mostra dal titolo “Se da contrari venti è combattuta”, proposta all’interno dell’evento “L’Energia dei Luoghi 7 / Festival del Vento e della Pietra” in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Slovenia a Trieste e con il Museo della Bora.

In galleria ecco nove artisti alle prese con le relazioni tra arti visive, letteratura e territorio tra il mare e il Carso ma ecco anche una proposta realizzata attraverso le potenzialità della realtà aumentata: partendo dalle opere bidimensionali in mostra si può entrare nella terza dimensione del paesaggio triestino grazie all’artista multimediale Antonio Giacomin, autore di suggestive panoramiche a trecentosessanta gradi dei luoghi descritti; le maschere immersive trasporteranno i visitatori in giro per il territorio, dalle falesie di Duino all’altipiano, fino a Cittavecchia. Il curatore Massimo Premuda spiega: «Partendo dalla terzina di Dante la mostra esplora i numerosi aspetti del vento combinando impulsi poetici e filosofici per giungere a riflessioni naturalistiche e sociali.

L’esposizione parte con due omaggi fotografici di Davide Maria Palusa e Nika Furlani ai grandi poeti che soggiornarono nel castello di Duino, Dante e Rilke, per i quali paesaggio e parola si intrecciano indissolubilmente”. La mostra continua con il video della performance partecipativa “L’urlo di Dante” realizzata da Fabiola Faidiga e con le tavole dell’illustratrice Sara Paschini per il racconto di Rodari.

L’artista croato Damir Stojnić mette in relazione visiva i diversi volumi di un’enciclopedia con i codici del nostro DNA in infinite combinazioni possibili di saperi, mentre la grafica “Bora scusa in Carso” di Spacal riassume corpo e anima del roccioso paesaggio dell’altipiano. Di taglio tipografico, infine, sono i lavori della collezione d’arte del Museo della Bora: una stampa in edizione limitata elaborata per BoraMata 2018 dall’associazione Typos con un originale trattamento di parte del capolavoro di Scipio Slataper “Il mio Carso” e l’opera “L’amante della Bora è il rumore del mare” realizzata da Alessandra Spigai con caratteri di stampa mobili. La mostra resterà aperta fino al 5 novembre. 




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