L’abbraccio di Pagnacco al suo sindaco
PAGNACCO. Sulle spalle dei volontari della Protezione civile, seguito dai familiari più stretti e dalla sua giunta. Così il feretro di Luca Mazzaro, ieri, ha fatto ingresso nel parco accanto alla chiesa di Plaino per l’ultimo saluto, dietro al gonfalone del Comune di Pagnacco.
Un migliaio le persone intervenute tra cittadini, politici, rappresentanti delle associazioni. Tutti con la mascherina e ben distanziati. Grande la commozione da parte dei presenti, consapevoli di aver perso troppo presto un sindaco apprezzato, benvoluto, rispettato. Mazzaro è morto lunedì a 49 anni a causa di una malattia contro cui lottava da tempo, lasciando la moglie Stefania (con la quale era sposato dal 2008) e i due figli, i genitori, il fratello.
«Da due giorni è come se nei vari ambienti del paese e nelle case fosse calato il silenzio – ha detto don Daniele Antonello, che ha celebrato i funerali assieme ai precedenti parroci di Pagnacco, Marcin Gazzetta, Paolo Brida e Ivan Bettuzzi –. Tutti siamo stati avvolti da smarrimento, delusione, tristezza per la prematura scomparsa di Luca. Ognuno di noi ha cercato di ricordare i momenti passati assieme a lui, facendone memoria».
Don Daniele ha fatto riferimento alle tante attestazioni di stima e di vicinanza ricevute dalla famiglia in questi giorni, usando le parole di Stefania per definirle «uno tsunami di affetto incredibile».
La dimostrazione si è avuta anche ieri, con il parco che è stato affollato fino al termine della funzione, con una trentina di sindaci con la fascia tricolore, il prefetto Massimo Marchesiello, il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi, gli assessori Barbara Zilli e Pierpaolo Roberti, l’europarlamentare Elena Lizzi, il deputato Daniele Moschioni (sindaco di Corno di Rosazzo), il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin, capigruppo e consiglieri regionali.
E poi quella parte di società civile verso cui Mazzaro si è sempre dimostrato vicino: gli alpini, la parrocchia, le associazioni, i giovani calciatori dell’Asd Pagnacco.
Nella sua omelia don Daniele ha parlato anche del percorso interiore fatto da Luca, delle risposte trovate grazie al film “7 km da Gerusalemme”, del sogno di poter un giorno visitare la Terra Santa: «In te ho ritrovato tanto coraggio e tanta voglia di vivere – ha aggiunto il celebrante –, hai saputo portare la croce della malattia con dignità, senza mai farla pesare. Il bene che sei riuscito a costruire resterà. Grazie per quello che sei stato e per quello che ci hai dato. Sei stato un vero collante per il nostro paese», ha concluso don Daniele.
Il silenzio che da lunedì ha avvolto Pagnacco si avvertiva anche ieri nel parco di Plaino. Solo le note del coro parrocchiale l’hanno interrotto. Un rito chiuso dalla preghiera della Protezione civile, con i tanti volontari presenti che hanno espresso così la propria tristezza: «In tutto il gruppo abbiamo sempre visto Luca come una persona disponibile.
Nonostante la malattia, è sempre rimasto se stesso e con il suo atteggiamento positivo ci ha lasciato sperare che sarebbe guarito. Lascia un vuoto enorme nella nostra comunità».