Belluno, sempre più poveri: quattromila persone chiedono aiuto per fare la spesa

BELLUNO. Sono oltre quattromila i bellunesi che sono seguiti dal Banco alimentare perchè si trovano in condizioni di indigenza. Un numero che è cresciuto del 40% in questi ultimi due anni di pandemia.

Due anni in cui l’attività dei volontari delle strutture caritative della provincia di Belluno aderenti al Banco Alimentare (nel caso della nostra provincia a quello del Friuli Venezia Giulia con sede a Pasian di Prato, Udine) non ha conosciuto sosta, «perché, a seguito della crisi economica dovuta alla chiusura forzata di molte attività», precisano Maddalena Garolla e Giuseppe Torrente della Colletta alimentare bellunese, «la domanda di aiuto alle varie organizzazioni è notevolmente aumentata. Richieste di aiuto che trovano accoglimento tramite il sostegno alimentare, attraverso la consegna di cibo, ma anche tramite la vicinanza a queste persone in difficoltà, per far capire loro che c’è sempre qualcuno che vuole loro bene».

I NUMERI IN PROVINCIA

In provincia sono 31 le strutture convenzionate con il Banco del Friuli Venezia Giulia che seguono costantemente 2.844 persone in difficoltà. «A questo numero si è aggiunto, purtroppo, un 40% di persone in più (oltre 1.100), seguite per aiutarle a superare un momento critico come quello che stiamo vivendo», dicono Garolla e Torrente. Nel 2020 il Banco Alimentare ha distribuito, tramite queste strutture, 141mila chili di alimenti (del valore commerciale di circa 351.600 euro) provenienti da fondi europei, dalla Colletta Alimentare, dal settore ortofrutta e da donazioni spontanee da parte di aziende.

i canali di approvvigionamento

La pandemia non ha permesso lo scorso anno di raccogliere tanto materiale tramite la Colletta Alimentare che si tiene l’ultimo sabato di novembre. Il rispetto delle norme anti Covid, infatti, ha impedito l’uso dei volontari nei punti commerciali e questo ha ridotto la quantità della raccolta. «Se nel 2019», precisa Torrente, «avevamo 125 supermercati sparsi per la provincia in cui effettuare la Colletta, l’anno scorso i centri di raccolto si sono ridotti a 15. Al banco alimentare di Udine, quindi, sono state conferite tra Veneto e Firuli solo 80 tonnellate di materiale».

Vista la situazione, il Banco alimentare, tramite i volontari sul territorio, ha dovuto cercare altre fonti di approvvigionamento di viveri per poter soddisfare le richieste dei territori. «Abbiamo chiesto aiuto alla grande distribuzione, poi la Comunità europea ha implementato di molto le sue derrate per i poveri. aumentando anche la varietà dei prodotti. A pasta, latte, olio e biscotti, sono stati aggiunti anche la macedonia, gli alimenti per l’infanzia, i formaggi e gli affettati. E quindi il contenuto del pacco pro capite è cresciuto», precisa Torrente che aggiunge: «Ma anche le singole realtà caritative si sono mosse cercando altro vie. L’associazione Peguy, di cui faccio parte, ad esempio, ha dato vita all’iniziativa dei carrelli posti nei centri commerciali, che ha avuto una risposta notevole: con il carrello all’Emisfero di Belluno vengono raccolti circa 80 kg di prodotti a settimana».

Anche il gruppo Unicomm di Vicenza che ha tanti supermercati nel Bellunese, si è reso disponibile a siglare una convenzione per la raccolta dei suoi prodotti da donare a chi è in difficoltà.

La 25ª Colletta alimentare

Lo scorso anno la giornata nazionale della Colletta alimentare si era svolta con una modalità diversa: i donatori acquistavano alle casse dei punti vendita convenzionati delle gift card di vario taglio che poi venivano tramutate in equivalente cibo donato. Quest’anno si svolgerà in modalità mista: durante la giornata di sabato 27 novembre in presenza - in ottemperanza delle normative contro il Covid- e per tutta la settimana seguente tramite l’acquisto delle gift card.