Asolo, musica a palla sparata tra i vigneti per tenere lontani i cinghiali che si mangiano l’uva
TREVISO. La volpe e l’uva in formato contemporaneo diventa “Il cinghiale e l’uva”… Sì, perché cinghiali, sempre più numerosi e famelici hanno costretto i vignaioli della Pedemontana trevigiana, nel bel mezzo della vendemmia, a dormire tra i filari.
Succede in più punti della Pedemontana e c’è persino chi ha deciso di mettere la musica “a palla” per tenere gli animali distanti dal raccolto.
«Quest’anno più che mai abbiamo avvertito il problema dei cinghiali: ora che l’uva è dolce e matura al punto giusto, e loro hanno imparato la strada, le razzie sono aumentate. Ci stanno mangiando un sacco d’uva.
Ripuliscono i grappoli sulla pianta e al mattino troviamo solo il raspo. Un danno irreparabile», racconta Checco Cirotto, 46 anni, enologo della seconda generazione di vignaioli nell’omonima azienda di famiglia gestita insieme alla moglie Monica, al suocero fondatore Gianni e al cognato Gilberto.
SOLUZIONE ALTERNATIVA
Per allontanare i cinghiali, da cinque giorni sul suo vigneto la famiglia Cirotto ha vestito i panni di dj Costalunga mettendo lo stereo con le casse musicali in una cassetta per l’uva a favore di colline: al calar della sera si alza il volume. Per causa di forza maggiore il vigneto si trasforma in un dj set anti-cinghiale.
«Il metodo alternativo che abbiamo architettato funziona per turbare l’ambiente e tenerli a bada». Resta tuttavia il rammarico per la mancanza di soluzioni per contenere la popolazione di suini selvatici, trovando un punto di equilibrio tra uomo e natura.
«La presenza di questi animali è sempre più massiccia nella Pedemontana, non c’è un controllo sufficiente da parte degli enti preposti a monitorare la fauna, e infatti gli inconvenienti in agricoltura continuano a verificarsi, nei nostri vigneti e non solo. Non vengono risparmiati frutteti, orti, campi e giardini. Dove passa il cinghiale è come se fosse passato un aratro, le colture vengono distrutte» segnala Cirotto.
REPERTORIO ANNI ’90
Così a proteggere l’uva ci ha pensato la voce di Everything but the Girl, con Like the Deserts Miss the Rain e altri tormentoni anni Novanta e Duemila. Insospettiti dal trambusto: dei cinghiali neanche l’ombra. Pare di vederli nascosti nell’oscurità ai margini del vigneto, con l’acquolina in bocca e costretti ad andarsene a bocca asciutta con infinita tristezza.
Dall’altra parte si tira un sospiro di sollievo, gli otto ettari dell’azienda Cirotto sono stati messi in salvo. Ed è una fortuna, trattandosi di una realtà d’eccellenza, che produce il Manzoni bianco Costalunga a Cavaso del Tomba, mentre il glera per l’Asolo Docg Superiore cresce tra Castelcucco, Monfumo, Borso e Asolo. Allontanati i cinghiali si può ora procedere con la vendemmia manuale.
«Abbiamo il privilegio e l’onere di avere l’intera filiera, dall’uva al mosto e dal mosto al vino, seguiamo la vigna, la vendemmia e la vinificazione, garantendo qualità assoluta. Lavoriamo con passione tanto da aver ottenuto importanti riconoscimenti. Il Costalunga è uno dei migliori bianchi d’Italia e Sogno uno splendido metodo classico, prodotto con uve Manzoni bianco. Lavorare con la natura premia sempre in agricoltura».