Treviso, la Lega tagli i fondi alle proprie sedi locali: soldi solo al K3. E Pieve di Soligo smantella
TREVISO. Per le sedi adesso non c’è una lira, o meglio un euro. In Lega è arrivato l’ordine dall’alto, nelle ultime settimane, da parte della presidenza e del direttivo regionale: il partito pagherà d’ora in poi le spese di affitto a manutenzione per una ed una sola sede in ciascuna provincia.
E dunque per la Marca per il solo K3 di Fontane di Villorba, nel complesso direzionale di mosoliana proprietà, il teatro della straordinaria ascesa del Carroccio trevigiano negli ultimi tre decenni, con un’escalation politica culminata nella presidenza della Regione, nell’ultima trionfale riconferma di Zaia e nell’en plein alle politiche 2018 (con il record di 9 parlamentari eletti).
Martedì, per tutto il giorno, militanti e simpatizzanti hanno svuotato la sede di Pieve di Soligo, in via Capovilla. Era una di quelle storiche del partito – 30 anni buoni: ai tempi di Bossi il primo senatore leghista trevigiano, Mariano Girardi, era ambulante nel quartiere del Piave. È stata la sede che ha visto l’enfant du pays Alberto Villanova entrare prima in consiglio provinciale, quindi diventare assessore, infine supercapogruppo delle liste leghiste pro Zaia in Regione.
Già chiuse da tempo le sedi di molti grandi centri, come Montebelluna, i Conegliano, Oderzo, e anche quelle di tanti piccoli paesi dell’hinterland del capoluogo.
Restano solo quelle di Castelfranco e di Vittorio Veneto. Nella città del Giorgione il sindaco Stefano Marcon e il partito cittadino hanno già dichiarato di volersi accollare le spese, per mantenere aperta la sede che fa anche da riferimento per tutta al ex circoscrizione Castellana, la più rilevante su scala provinciale.
E sembra che anche a Vittorio Veneto, il quartier generale è in via Manin 53, ci si stia organizzando per raccogliere le risorse necessarie alla bisogna.
Poi a Quinto c’è sempre la sezione intitolata a Michele Amorena, l’ex senatore trevigiano scomparso. È in via Ciardi 63, di fatto casa di Fulvio Pettenà, e in passato fu oggetto di un blitz dei disobbedienti. E a Mogliano resiste il circolo di via Don Bosco 2.
E pensare che ce n’erano oltre 50, un tempo, nella Marca di 95 comuni (oggi sono scesi a 94). Ma il partito ha messo in guardia: non ci potranno essere intestazioni o canoni che rimandino al partito, né voci di spesa a carico del partito. E certamente in lato loco saranno molto apprezzati gli sforzi per tenere aperte le sedi . Ma non a tutti i costi.
Tu chiamale, se vuoi economie di spesa del nuovo corso salviniano. Una razionalizzazione della spesa per le strutture interne con cui il partito si articola nei diversi territori.
Ma non c’è solo questo: dal presidente Massimo Bitonci e dal direttivo regionale ex nathional, oggi guidato da Alberto Stefani, è partita l’indicazione di massima per trovare le modalità delle origini, con opzione di riunirsi, all’occorrenza, nei bar e nelle osterie dei paesi. O nelle case. E certo il K3 sarà sempre disponibile.
Gianangelo Bof, commissario provinciale, rilancia: «L’indicazione è chiara, ma può diventare l’occasione per riscoprire il piacere di riunirsi eventualmente nei bar e nelle osterie, come una volta, accentuando il nostro stare in mezzo alla gente», dichiara, «come succedeva fino a l 2000 a Treviso, al Bassanello: lì nacque Gentilini. Ma anche al bar di Godega, che è stata la culla di Zaia e del nostro movimento in tutta la zona». Una cosa è certa: il nuovo corso cambia anche la mappa territoriale.