Camponogara, sospeso secondo medico no vax. Il suo legale: «Faremo denuncia». E lui: «Farò le ricette lo stesso, come fossero consigli»
CAMPONOGARA. Ennio Caggiano, il medico di famiglia di Camponogara che aveva pubblicato su Facebook la fotografia dell’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz con la scritta «Il vaccino rende liberi», è stato sospeso dall’Usl 3. Il provvedimento non è ancora operativo, serve un ultimo passaggio, atteso entro il 21 ottobre, poi il dottore dovrà chiudere per sei mesi il suo ambulatorio al civico 1 di via Pisa.
Il dg Edgardo Contato ha dunque recepito la proposta del collegio arbitrale, che aveva chiesto la sospensione del medico «per gravi comportamenti tali da pregiudicare l’adempimento contrattuale e come tali sanzionabili». L’esempio più eclatante, tra i tanti: la già citata fotografia dell’ingresso di Auschwitz. «Un post graffiante, odioso, che ha dato fastidio anche a me, ma che rientra nella libertà di espressione» la giustificazione di Alessio Morosin, l’avvocato di Caggiano, candidato capolista alle ultime regionali con il Partito dei veneti. I due non hanno ancora deciso se impugneranno il provvedimento.
«Sarebbe più opportuno reagire con una denuncia penale» fa presente Morosin, che segnala la modalità con cui è stato aperto il procedimento: «Non su iniziativa degli assistiti di Caggiano, bensì dell’assessorato regionale alla sanità». In realtà, le segnalazioni all’Ordine dei medici, in questi mesi, sono fioccate.
Evidentemente le fotografie di cui è tappezzato l’ambulatorio, così come i continui post pubblicati sul suo profilo Facebook, hanno fatto rumore. Giusto venerdì, Caggiano scriveva di aver risposto a una paziente, appena vaccinata, che forse non le sarebbe servito un certificato di esenzione dal lavoro, per due giorni.
Perché? «Perché potresti non superare la notte». Il giorno prima, il dottore dava del verme a Papa Francesco, reo di aver detto che ci sono cardinali no vax che si ammalano. E il 4 settembre: «Molti mi chiedono se il vaccino è sicuro, ma bisognerebbe prima chiedersi se il virus è pericoloso».
«Un’ironia penetrante che può essere compresa solo da persone con un grado di intelligenza non inferiore a quello di Caggiano» sostiene Morosin, negando l’inopportunità delle parole del medico e respingendo le accuse di proselitismo no vax: «Il dottore è vaccinato, ha vaccinato la moglie e decine di assistiti. Certo, a chi gli chiedeva rassicurazioni sull’assenza di effetti a lungo termine, rispondeva che non si può sapere». A breve non potrà più esercitare, almeno per i prossimi sei mesi. Epilogo del secondo caso Camponogara, dopo il provvedimento nei confronti di Maria Elena De Bellis, unico medico di famiglia sospeso nell’Usl 3 perché no vax.
Sui social è arrivato lo sfogo del medico, lungo. Ecco un passaggio: “Non potrò far ricette, ma posso continuare a dar consigli. E potrò farlo più liberamente, permettendo a tante altre persone di capire quanto in basso è caduta la medicina. Ho un buon avvocato come amico. Definirò con lui la modalità migliore. Penso che potrei emettere simil-ricette, che dicono: io, se fossi autorizzato, suggerirei questo e quello. Il tutto, protocollato e registrato come se fosse ricetta. Magari, di nuovo di carta, che è meglio. Saranno i pazienti a dover tirar fuori la volontà. Dovranno andare da chi è autorizzato e dire: perché non mi consiglia questo e quello?”.