Gli albergatori: «Venezia non perde nulla con sette turisti su dieci in meno»
VENEZIA. «Venezia potrebbe tranquillamente ospitare il 70% di turisti in meno, senza rimetterci, perché il grosso delle entrate del settore arrivano da quel 30% di visitatori che sceglie di soggiornarvi e di spendere nei negozi e nelle attività della città e non a venire solo per un giorno. Un motivo in più per chiedere una vera limitazione degli accessi turistici, solo su prenotazione».
Parole di Claudio Scarpa, direttore dell’Ava, l’Associazione veneziana albergatori. Una delle moltissime voci di tutti gli strati sociali riunite ieri da Europa Nostra alla Fondazione Cini proprio per discutere del futuro della città e di come ripartire. C’erano tutti, tranne il Comune, pur invitato, ma che ha scelto di non essere presente, forse per evitare un dibattito schietto quanto unanime nell’affermare la necessità di una nuova visione della città.
Se Scarpa ha chiesto regolazione dei flussi ma anche reali opportunità per i giovani, il rettore di Iuav Aberto Ferlenga ha proposto Venezia nella sua essenza esaltata anche nel periodo del Covid come un modello su cui costruire il futuro e il presidente di Fondazione Venezia Michele Bugliesi la riqualificazione produttiva del waterfront di Marghera per creare da lì anche nuova residenza per la città. Solo alcune delle tante proposte in un dibattito – Salvare Venezia e la sua Laguna: come ripartire e ricostruire meglio? –, promosso dai Comitati privati internazionali per la salvaguardia di Venezia in collaborazione con Europa Nostra. L’appuntamento è nato con l’intento di gettare le basi per un’azione europea comune volta a salvare la città Patrimonio dell’Umanità e la sua Laguna.
«Abbiamo riunito oggi, probabilmente per la prima volta, le voci più diverse, con l’obiettivo di fornire una piattaforma di discussione, riflessione e scambio», sottolinea Sneška Quaedvlieg-Mihailović, la Segretaria generale di Europa Nostra, «ma anche e soprattutto una piattaforma per l’azione, per intensificare i nostri sforzi nel fornire risposte efficaci a tante gravi minacce per Venezia e la sua Laguna. Siamo qui per chiedere ancora una volta la conservazione dell’integrità e dell’autenticità di Venezia e della sua laguna, e l’adozione e l’attuazione di un piano “olistico” a lungo termine per la sua rinascita. Siamo convinti che Venezia possa cessare di essere un caso di sito “a rischio” e diventare invece un modello».
Al termine è stato lanciato l’appello di Venezia per una rinnovata cultura urbana, realizzato da un gruppo di esperti, su iniziativa dei Comitati privati, e sostenuto da Europa Nostra, che verrà presentato al Parlamento europeo. Punta a favorire, diffondere, preservare e tramandare il patrimonio e promuovere una rinnovata cultura urbana delle città storiche e sensibilizzare ai rischi che comporta la perdita della cultura e del patrimonio urbano, quali lo spopolamento, il degrado del tessuto sociale.