Mosca va in pressing sull’Europa «Approvi al più presto lo Sputnik»
BELGRADO Basta ritardi. L’Ue abbandoni l’atteggiamento snobistico e dia finalmente luce verde anche all’antidoto russo Sputnik V. È il messaggio lanciato giovedì dall’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, intervenuto a Trieste al seminario “Italia-Russia: l'arte dell'innovazione”. Innovazione che è un concetto che calza quando si parla dello Sputnik russo, primo vaccino contro il Covid a essere registrato, ricorda il sito ufficiale dell’Istituto Gamaleya. Ma lo Sputnik V rimane off-limits all’interno della gran parte della Ue, Italia inclusa, con l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e l’Aifa italiana che non hanno riconosciuto il vaccino russo.
«Speriamo che quanto prima il nostro vaccino venga certificato nell'Unione Europea, come è già stato fatto da alcuni Stati membri come l'Ungheria» e che ciò «ci permetta di riprendere gli scambi turistici», ha così auspicato Razov, ricordando che lo Sputnik che è già approvato in 70 Paesi. Tra essi Argentina, Filippine, Emirati Arabi, Bielorussia, Serbia, ma anche nazioni come San Marino, che ha scelto lo Sputnik V per immunizzare la popolazione e non registra più alcun decesso dalla fine di aprile. Ma per i sanmarinesi, come anche per i russi – e per gli italiani vaccinati all’estero con lo Sputnik – il nostro Green pass rimane una chimera. «Dobbiamo fare il tampone tutte le volte e ciò rende più difficile il lavoro dei diplomatici russi», e vanifica i progetti di viaggio di turisti da Mosca che vorrebbero visitare l’Italia. «E ciò si ripercuote anche su Fvg e Trieste che soffrono e perdono grandi somme di denaro, forse miliardi di euro», ha aggiunto Razov.
Il quadro è ben diverso in Serbia, che ha iniziato a produrre in loco lo Sputnik e, probabilmente già oggi, riuscirà a infialare un altro milione di dosi per i tanti serbi che prediligono l’antidoto russo a quelli occidentali. I russi, invece, sembrano ancora titubanti, con solo il 28,2% della popolazione immunizzato. E la Reuters ha raccontato ieri di tanti russi che comprano pacchetti turistici per viaggiare all’estero e farsi vaccinare con Pfizer o Moderna, puntando poi al Green pass Ue. La destinazione? Proprio Belgrado, dove abbondano i vaccini, non i vaccinandi. st.g.