«Vai fuori di casa» Il compagno reagisce e la prende a botte
L’ennesima lite familiare degenerata al momento della separazione: lui non ha retto la richiesta della compagna di uscire di casa e l’ha percossa. Il contesto familiare si conferma come uno dei più turbolenti: molti reati, infatti, nascono in questo ambito e finiscono in qualche caso nel peggiore dei modi. La relazione al centro di questo episodio è durata pochi mesi ed è stata costellata da continue discussioni sino all’uso della violenza, spiega la questura, sia di natura fisica che psicologica. L’esito sono state le «precarie condizioni di vita e un perdurante stato di ansia» a carico della vittima.
Quanto la donna ha chiesto al compagno di allontanarsi dall’abitazione a causa dei continui litigi dovuti essenzialmente a motivi di gelosia, la risposta sono state le botte. La donna ha poi raccontato che non si trattava del primo episodio di violenza da quanto era iniziato il rapporto sentimentale, ma nelle altre circostanze – precisa la questura – non aveva mai denunciato i maltrattamenti subiti. La situazione ricade fra i casi regolati dal “codice rosso”. Il giudice ha già emesso a carico dell’aggressore la misura cautelare personale “dell’allontanamento del maltrattante dalla casa familiare”, con prescrizione di non avvicinarsi all’abitazione privata della vittima e a tutti i luoghi in cui si svolgono le ordinarie attività di vita della stessa.
Il questore Capocasa ha disposto la misura dell’ammonimento, il trentesimo dall’inizio dell’anno. Con questa misura viene intimato di desistere da comportamenti e atti che possano mettere in pericolo l’incolumità o la sicurezza fisica o psicologica dei familiari e si informa la persona sulla possibilità di intraprendere un percorso di recupero volontario che può rivelarsi prezioso per tutelare meglio le donne e interrompere una rischiosa escalation oltre a prevenire tante possibili forme di violenza di genere. Intervenire in tempo vuol dire arrestare quel circuito e spesso scongiurare conseguenze molto gravi, scrive la questura, nella cui sede è stata predisposta una sala d’ascolto per trattare questi casi. La Divisione anticrimine ha attivato un servizio di vicinanza e di ascolto: nelle ultime due settimane non sono emerse criticità e i comportamenti dei maltrattanti si sono interrotti.
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