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Сентябрь
2021

Il gruppo Kering dice addio alle pellicce. Per sempre

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«Kering goes fur free». Il colosso del lusso ha deciso: a partire dalle collezioni Autunno-inverno 2022 nessuna maison del gruppo userà più pellicce animali. Non solo moda quindi ma una scelta etica che vede la salvaguardia del benessere animale come uno dei valori cardine dei brand che fanno capo a Kering, vale a dire Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Alexander McQueen e Brioni.

A fare da apripista, in realtà, fu Gucci nel 2017 quando durante l’evento Kering Talk al London College of Fashion il presidente e CEO della griffe Marco Bizzarri annunciò che era ora di dire basta alle pellicce definendole, per giunta, «fuori moda». The Humane Society of the United States (HSUS) e LAV supportarono la svolta del brand, iniziando così un dialogo con tutto il gruppo. Gucci inoltre scelse di aderire al programma internazionale Fur Free Retailer di Fur Free Alliance per essere seguiti in questo percorso che dava anche l’opportunità ai clienti di acquistare in maniera consapevole.

Da quel momento in avanti è stata solo una questione di tempo. Gucci ha rappresentato senza dubbio un esempio virtuoso che ha accelerato il processo in altre case di moda come, solo per citarne alcune, Chanel, Versace e Prada mentre Giorgio Armani in tutte le sue declinazioni aveva dato l’annuncio dell’abbandono delle pellicce già nel 2016. Tornando ai marchi sotto l’egida del colosso francese, se Bottega Veneta aveva pionieristicamente abbandonato le pellicce vent’anni fa, lo scorso aprile si sono adeguati ai nuovi standard di lusso sostenibile Balenciaga e Alexander McQueen. Mancavano di fatto all’appello Brioni e Saint Laurent.

PETA attaccò apertamente proprio Saint Laurent nel marzo scorso. Un gruppo di attivisti si diede appuntamento davanti alla boutique parigina che al grido di «Chi la indossa meglio?» si presentarono con dei cartelli dalle immagini piuttosto eloquenti: da un lato c’era Kate Moss avvolta in una pelliccia di volpe in una campagna pubblicitaria e dall’altra un povero animale in gabbia. A distanza di circa sei mesi da quelle proteste, ecco la notizia tanto attesa.

«È giunto il momento di fare un ulteriore passo avanti ponendo fine all’utilizzo della pelliccia in tutte le nostre collezioni» ha dichiarato François-Henri Pinault, presidente e CEO di Kering. «Per molti anni Kering ha cercato di assumere un ruolo guida nella sostenibilità, guidata da una visione del lusso che è inseparabile dai più alti valori e standard ambientali e sociali» ha aggiunto «quando si parla di benessere animale, il nostro gruppo ha sempre dimostrato la volontà di migliorare le pratiche all’interno della propria filiera. Il mondo è cambiato, insieme ai nostri clienti, e il lusso deve naturalmente adattarsi a questo stato di cose».

Insomma, finisce un’era. La pelliccia è definitivamente KO e il lusso, grazie anche a uno svecchiamento della clientela, è a caccia di nuovi status symbol. Per Kering, e per la moda in generale, si intravedono nuove frontiere del desiderio ancora da esplorare. Come sempre accade con le pagine bianche ancora da scrivere, la sfida incute timore ma è anche quella più stimolante.

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