Perennials: ottant'anni ruggenti
Da Ornella Vanoni a Leonardo Del Vecchio, da Vittorio Moretti a Francesco Divella. Nella musica, nel vino, nella creatività, nell'industria i vecchi leoni continuano a ruggire, costruendo in modo instancabile e certosino il loro futuro e quello delle aziende che hanno contribuito a creare. Con un insegnamento ai giovani: soltanto chi si ferma è anziano.
Più che contare gli anni cantano, sono i favolosi 80 nel senso di candeline spente che per colonna sonora hanno la voce di Orietta (Galim)Berti e di Ornella Vanoni. Orietta ha passato la soglia dei 78 anni e si è concessa il lusso di insegnare al signor Ferragni, in arte Fedez, e all'idolo delle teenager Achille Lauro come si dà voce al successo. Il brano di questo inedito trio Mille è stato il più suonato nelle radio. Ma ancora più clamoroso è il successo che Ornella Vanoni a 87 anni ha avuto con Unica, il suo ultimo album, il cinquantesimo da lei inciso per festeggiare 60 anni di carriera. Lei lo ha detto chiaro: «Non c'è un'altra donna che ha fatto questo nel globo terracqueo».
È la stagione degli atavici leoni: una schiera di ottantenni che instancabili continuano a progettare, intraprendere, immaginare un futuro che sembra non avere confini. Chi è abituato a giocare con il tempo è il tris d'assi delle nostre cantine: Vittorio Moretti (80 primavere nato il 28 aprile del 1941), Sandro Boscaini, mister Amarone ( 83 anni suonati) e Piero Antinori (anche lui 83). Loro sono la manifestazione più evidente che il vino fa bene. Vittorio Moretti che ha costruito il suo impero con intuizioni geniali - dai sistemi antisismici all'uso del legno per edifici imponenti - è uomo che sembra animato da un inestinguibile bisogno di progetto. Ha eretto palazzi, centri commerciali, cantine, ha progettato barche, ha infine inventato vini.
Lui è forse il primo motore della Franciacorta: oggi ha cantine in Toscana (Petra a Suvereto, La Badiola a Castiglion della Pescaia, Teruzzi a San Gimignano), Sardegna (Sella & Mosca), Lombardia (Bellavista e Contadi Castaldi), ha i resort più esclusivi d'Italia (l'Andana e l'Albereta) e lancia una nuova impresa: il caviale. Lo produce solo per farlo gustare in abbinamento alle sue bollicine nell'allevamento di storioni del Parco Ittico Paradiso; una riserva naturale estesa per 13 ettari all'interno del parco Adda Sud, in provincia di Lodi. E ora sta completando il restauro del Convento dell'Annunciata a Rovato dove ha sede la fondazione Vittorio e Mariella Moretti.
Se il signore delle bollicine è proiettato in cento nuovi orizzonti, Sandro Boscaini ha di nuovo assunto la presidenza della Federvini, ha portato la Masi in Borsa, ha vigne alla pendici delle Ande, ha lanciato con i Fresco di Masi, nuovi vini per andare incontro alla naturalità che il mercato chiede. E così Piero Antinori che ha lasciato alle tre figlie Albiera, Alessia e Allegra le redini operative (come del resto Moretti ha fatto con Francesca) ma non smette di esplorare i mercati - recentissimo il rafforzamento della sua società d'importazione in America - a intessere rapporti internazionali, a comprare cantine come l'ultima acquisizione, la Jermann (un gioiello del Collio) e a rilanciare tenute di fascino assoluto come Biserno nella prima Maremma. Per allargare le collezioni dei suoi prestigiosissimi vini.
Chi di collezioni s'intende è Giorgio Armani. Lo stilista ha 87 anni (è nato l'11 luglio 1934) e continua a progettare i suoi abiti, ma soprattutto a sferzare l'alta moda. Con l'energia di un ventenne e la saggezza di un genio ha avuto il coraggio di sfidare il fashion system, lui che con i suoi oltre 8 miliardi di patrimonio personale potrebbe stare lontanissimo da qualsiasi fastidio. Ebbene, un anno fa ha scritto: «Il declino della moda è iniziato quando il segmento del lusso ha adottato i metodi operativi della moda veloce, imitando il ciclo di consegna senza fine di quest'ultimo nella speranza di vendere di più, ma dimenticando che il lusso richiede tempo per essere raggiunto e apprezzato. Non ha senso che una delle mie giacche o tute viva nel negozio per tre settimane prima di diventare obsoleta, sostituita da nuovi prodotti non troppo diversi. Non lavoro così, trovo immorale farlo. Eleganza senza tempo. È questa l'idea in cui ho sempre creduto».
Il dato sorprendente è che Armani ha affermato questo suo proposito per guardare al futuro dopo la crisi Covid. E il suo futuro sono moltissime iniziative benefiche, uno sforzo progettuale per pensare le case come prolungamento del sé, nuove linee per una moda e un modo di vestire sempre più compatibile, e la trasformazione dello stile Armani in un disegno totale: dai megayacht alla forchetta. La stessa idea dell'intraprendere come forma d'arte, come creatività, anima Marino Golinelli, 101 anni a ottobre, che non cessa di alimentare la sua Fondazione. Ha investito una vita nell'azienda farmaceutica Alfa di Bologna - la prima a produrre il vaccino contro la tubercolosi - per trovare terapie, e oggi si cura della nuova imprenditoria.
La sua Fondazione Opificio Golinelli è incubatoio d'impresa, polo di alta formazione, galleria d'arte, fabbrica d'idee. Appena un anno fa ha inaugurato un nuovo spazio creativo di 5 mila metri quadrati. Chi ha passato una vita a inventare auto che sono un sogno è Giotto Bizzarrini. Livornese classe 1926, a 95 anni ha deciso di cedere tutto perché rivivesse il mito delle sue auto, ma a una condizione: che il marchio Bizzarrini tornasse a ruggire anche in pista. E certo è un leone del Sud Francesco Divella. In un mondo che chiede sempre più pasta, a 77 anni ha lanciato un'offensiva globale per conquistare con i suoi spaghetti 125 Paesi del mondo.
Una notorietà planetaria che si è guadagnata Riccardo Muti, il più grande direttore d'orchestra che l'Italia abbia avuto dopo Toscanini. Muti - napoletano di nascita, pugliese per formazione, ma ravennate - ha appena compiuto 80 anni e non si ferma: pensa alla formazione dei giovani, ha in programma un'intensa attività, continua a studiare, ma soprattutto si è battuto come un leone contro le restrizioni da pandemia. Scrisse a Giuseppe Conte una lettera di fuoco: «Riapra i teatri e le sale da concerto». In una recente intervista ha detto: «Mi son stancato della vita». Ma il giorno dopo era di nuovo sul palco. È l'energia degli ottantenni.
Leonardo Del Vecchio di primavere ne ha compiuto 86 il 22 maggio. È l'uomo più ricco d'Italia: la sua è la biografia della tenacia. Nonostante i 26 miliardi di patrimonio personale, ancora oggi investe e dirige il risiko bancario. Sale in Mediobanca, ha oltre il 15% ma punta al 20, in Unicredit si è messo di traverso all'operazione Montepaschi, in Generali sta disegnando il futuro. Luxottica è un gigante assoluto e si può dire che nell'economia italiana non si muove foglia che questo ex Martinitt non voglia. E se dovesse mai brindare a uno dei suoi successi in Generali, sulla strada tra Trieste e Milano, certo scenderebbe all'Harry's Bar. Dove incontrare il più raffinato ospite d'Italia: Arrigo Cipriani. Ha un anno in meno della creatura di suo padre, quel locale dove Ernest Hemingway andava scrivendo Di là dal fiume e tra gli alberi, quel bar/ristorante segno di lusso e italianità dove sono nati il Bellini (uno dei long drink più famosi del mondo) e il Carpaccio (piatto nazionale al pari della pizza).
Arrigo è nato il 23 aprile del 1932, ha 89 anni, l'Harry's ne ha compiuti 90. È stato per un anno sulle barricate per chiedere che le misure anti-Covid non facessero dire: «Com'è triste Venezia» la canzone di Charles Aznavour che era uno degli habitué di Calle Vallaresso, ma oggi Arrigo (cintura nera di karate, grande pilota di auto) ha cominciato a progettare nuove aperture per brindare nel mondo alla rinascita della gioia di vivere.
A metterli tutti in posa per la storia ci potrebbe pensare Gianni Berengo Gardin: il 10 ottobre compirà 91 anni. Resta il maestro assoluto della fotografia italiana. Continua a vivere di scatto, ha appena finito una mostra antologica e già pensa ai prossimi lavori. Quello cui tiene di più? Insegnare ai giovani cos'è la fotografia, salvarla dalla volgarità dei cellulari. Aveva ragione Cicerone: «La vecchiaia, specialmente quella che ha conosciuto tutti gli onori, possiede un'autorità che vale ben più di tutti i piaceri della giovinezza». Ma nel loro caso di tratta di ragazzi…