Omicidio del gioielliere Mora: ergastolo per i cinque rapinatori
BRESCIA. Colpo di scena alla Corte d’Assise d’appello di Brescia. I giudici, ribaltando la sentenza di assoluzione emessa dal tribunale di Mantova nei confronti dei 5 imputati accusati dell’omicidio del gioielliere Gabriele Mora di Suzzara, avvenuto il 19 dicembre 1996, li ha condannati all’ergastolo.
Si tratta di Adriano Dori, 47 anni, Danilo Dori, 57 anni, Giancarlo Dori, 55 anni, Stefano Dori, 50 anni, tutti di Vicenza e Gionata Floriani, 43 anni, di Busiago Nuovo Campo San Martino, provincia di Padova.
Derubricato in omissione di soccorso e quindi prescritto il caso del sesto componente la banda, Rudy Casagrande, morto a seguito del conflitto a fuoco con il gioielliere e abbandonato dai complici davanti all’ospedale di Thiene. Secondo l’accusa rappresentata a Mantova dal procuratore Manuela Fasolato e dal sostituto procuratore Giulio Tamburini – armati e col volto coperto da un passamontagna, avrebbero fatto irruzione nell’oreficeria Mora ed esploso più colpi di pistola contro l’orefice, rimasto ucciso.
Un’ipotesi accusatoria sostenuta con forza anche venerdì dal sostituto procuratore generale Enrico Benvenuto Ceravone.
I cinque imputati erano stati accusati proprio dal parente Patrick Dori (all’epoca minorenne), che con le sue rivelazioni aveva contribuito a riaprire le indagini più di vent’anni dopo. Un cold case risolto grazie alla tenacia e al talento investigativo dei carabinieri del nucleo investigativo di Mantova, coordinati dal tenente Claudio Zanon e dai magistrati che hanno condotto l’inchiesta.
La Procura aveva identificato i ruoli. Danilo Dori sarebbe stato l’ideatore della rapina. Avrebbe coordinato le attività tanto nelle fasi precedenti che in quelle successive, dando precise disposizioni per sbarazzarsi della Volvo scura usata per la fuga, e incendiarla, e delle armi che avevano sparato nel corso del conflitto a fuoco, tagliate e gettate in un corso d’acqua. Gionata Floriani si sarebbe presentato davanti alla porta dell’oreficeria a volto scoperto per aprire la strada ai complici e poi si sarebbe messo alla guida della Volvo 850 al momento della fuga. Stefano Dori avrebbe fatto irruzione con il volto coperto dal passamontagna, subito dopo Gionata Floriani e, armato di una pistola semiautomatica, avrebbe scavalcato il bancone per poi colpire a morte l’orefice. Adriano Dori – sempre secondo l’accusa – sarebbe entrato dopo Stefano, anche lui con il volto coperto, e avrebbe sparato più volte. Rudy Casagrande avrebbe fatto irruzione per ultimo sparando, ma per essere colpito a sua volta da Mora. Giancarlo Dori, armato di fucile e con il volto coperto, sarebbe rimasto fuori per coprire l’ingresso e la fuga dei complici.