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Сентябрь
2021

Sequestrata all’Isola dei bagni una rete da pesca da 300 metri: liberati 30 kg di pesce pregiato

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MONFALCONE Ormai con il fiato sul collo, i pescatori di frodo non hanno potuto fare altro, ieri alle prime ore del mattino, che tranciare di netto, con una lama, la maxi rete e fuggire a tutta birra. Di lì a poco, infatti, è piombata sulla scena dell’illecito, negli specchi acquei dell’Isola dei Bagni, la Guardia costiera di Monfalcone. E il personale della Capitaneria, trovandosi di fronte a 300 metri di rete illegale, finita poi sotto sequestro, ha subito provveduto a liberare numerose specie ittiche pregiate. Che erano rimaste trattenute dall’attrezzo, privo di segnalazione e del tutto abusivo. Trenta chilogrammi di orate, mormore, corvine e una gallinella di mare hanno così ripreso a nuotare. Al largo di Panzano.

Nella zona portuale, forse non tutti ne sono al corrente, la pesca è tassativamente vietata. E le reti sono irregolari per una ragione precisa: la sicurezza della navigazione e dell’approdo. Con frequenza a Marina Nova si incrociano ragazzini o pensionati con la canna in mano: anche questo tipo di attività, tuttavia, è a rischio sanzione, qui però di lieve entità: 17 euro. Diverso il discorso della maxi rete di ieri, che ha dato impulso ad attività di indagine da parte della Capitaneria. Passibile di un verbale amministrativo da 2 mila euro, se il responsabile è un pescatore professionista. Da mille euro se si tratta di semplice diportista.

Da tempo, comunque, la Guardia costiera teneva d’occhio l’area, non distante dalla zona del ritrovamento, la scorsa estate, di un discreto quantitativo di salpe ormai passate a miglior vita e probabilmente gettate via, anche in questo caso irregolarmente ovvero non attraverso i canali previsti, da pescatori. Nella costante perlustrazione La Guardia costiera è quindi incappato nella rete da posta, priva dei segnalamenti di identificazione. Le operazioni di recupero, effettuate alle 8.30 attraverso l’intervento del battello costiero, si sono concluse con il sequestro dell’attrezzo, di lunghezza pari a circa 300 metri. Intrappolati diversi esemplari vivi di specie ittiche di pregio, appunto subito rigettati in mare.

Da un’accurata ispezione della rete da pesca si è dedotto ch’era stata tranciata a una delle due estremità, indizio di un brusco abbandono da parte dei pescatori, probabilmente per sottrarsi ai mirati controlli della Capitaneria, anche in orario notturno. La rete in questione risultava particolarmente insidiosa perché priva delle boe di segnalazione regolarmente utilizzate dai pescherecci, come previsto dalla normativa vigente. L’intervento dei militari della Guardia costiera ha così consentito di eliminare un pericolo per la navigazione, tutelando il rispetto delle norme comunitarie e nazionali in materia di ambiente marino e di sicurezza di quanti attraversano il mare. —




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