Terza giornata della Milano Fashion Week dedicata alle collezioni per la prossima Primavera-estate, quella del 2022. Tra player più che consolidati del panorama del made in Italy e brand emergenti, ecco che a contendersi l’attenzione della stampa sono due degli show più attesi dell’intera fashion week all’ombra della Madonnina, in un metaforico braccio di ferro dove a vincere non è la forza, ma il glamour: Prada e Versace.
Per la loro nuova collaborazione, i direttori creativi Miuccia Prada e Raf Simons mandano in passerella… no, no, ci correggiamo: sulle passerelle, una a Milano e una perfettamente in contemporanea a Shanghai, entrambe con i medesimi identici look… dicevamo, mandano sulle passerelle una donna sintetica (nel senso di essenziale) che certo non ha paura di mostrare le gambe. I dress sono mini, ancor più mini le gonne. Entrambi arricchiti da sottili strascichi che come nastri fluttuano al vento inseguendo le bellissime modelle. Sopra, giacche boxy o biker in pelle effetto used, ma anche maglioni dai colori sgargianti, a giocarsela in quanto a vivacità con i rosa e i gialli vivissimi del raso degli abiti. Una collezione insolitamente – nel senso di: diverso dal solito, per quelli che sono gli «standard» della maison – seducente e sensuale, forse anche grazie a quei total look in pizzo, a quegli accenni di corsetti, a quelle stecche da bustier messi lì a scompigliare le carte in tavola. E, soprattutto, a quelle gonne che davanti sembrano quasi innocenti, e che rivelano, da una prospettiva diversa, spacchi più che profondi nel retro.
Risponde al nome di Dua Lipa l’effetto specialissimo che la maison Versace si gioca in questa lotta all’ultimo colpo di scena. La pop star di origini kosovare-albanesi e la figlia d’arte Lourdes Maria Ciccone Leon (mamma è niente meno che Madonna) sfilano sulla passerella della Medusa, interpretando al meglio l’idea di una moda super glamorous, coloratissima, sfacciata, al 101% intrisa del Dna della griffe. Oltre al nero d’ordinanza e ai colori plain vibranti, l’iconico foulard a stampa fantasia diventa il perno della collezione, alternato a un pattern floreale acido che bene unisce le due anime di Donatella: femminilità e forza, ordine e caos, grazia e audacia.
TUTTE LE STAR IN FRONT ROW:
Per trovare ancora un po’ più di quelle inclusività e diversità di cui tanto parliamo, scriviamo, sentiamo e che tanto desideriamo, bisogna però rivolgere lo sguardo verso i brand più giovani e inclini al rischio. Oggi in passerella anche i sempre più apprezzati Act N.1 e Sunnei.
Giocano con gli stereotipi (e con il tulle) i primi, con le sovrapposizioni e i volumi i secondi. Entrambi fieri della strada che sono riusciti a trovare facendosi largo a forza di idee, mandano in pedana anche fisicità non abituali e certamente non standard, almeno per il fashion system (per la vita vera è tutta un’altra storia). Dimostrando una volta di più che vestirsi con creatività e con stile (per chi ce l’ha) è possibile anche ben oltre la taglia 40 per lei (e 50 per lui).
Tra le sfilate che più ci hanno piacevolmente sorpreso, infine, da citare Missoni e Sportmax. L’allure sempre ben connotata del brand varesino appare rinfrescata dall’arrivo alla direzione creativa di Alberto Caliri, che preme sul pedale della sensualità ma in chiave gioiosa e preziosa allo stesso tempo. Il brand del Gruppo Max Mara, dal canto suo, prosegue caparbiamente in un profondo percorso di sperimentazione già intrapreso da qualche stagione: uno studio sui volumi che strizza l’occhio ai grandi maestri della moda giapponese e la voglia di osare sempre un po’ di più portano in pedana una collezione ricca di trovate, sorprendente, eccentrica. Forse, verrebbe solo da chiedersi, non così immediata per il pubblico di riferimento del brand. Ma la bellezza richiede anche un po’ di sforzo per essere capita appieno. Facciamolo.