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Сентябрь
2021

L’Udinese si consola con la linea verde: la crescita dei suoi giovani è incoraggiante

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UDINE. La faccia di Luca Gotti al fischio finale della gara con la Roma e poi anche in conferenza stampa era una maschera. Se avesse potuto il pacato e garbato allenatore dell’Udinese si sarebbe mangiato il microfono davanti a un paio di letture non impeccabili della partita da parte dei bordocampisti che raccontavano di una Udinese che per un tempo non ci ha mai provato. «Non è così, perché prima e dopo il gol della Roma abbiamo avuto due occasioni quasi in fotocopia».

Poi nella ripresa la partita è cambiata completamente per il calo della Roma e la crescita dell’Udinese arrivata anche grazie all’innesto di forze giovani e fresche. Ecco, è questo il punto sul quale insistere: la bella gioventù che anima questa squadra. Gotti a un certo punto aveva in campo tre 2002 (Samardzic, Udogie e Soppy), due ’98 (Beto e Makengo) e nessuno di loro ha tradito le attese. Questo non significa che bisogna farli giocare tutti e subito, ma uno alla volta in un contesto collaudato e che funziona questo sì.

Giovedì sera all’Olimpico nell’elenco dei titolari è spuntato a sorpresa (ma solo perchè era reduce da un paio di settimane di stop) Udogie, che ha retto fisicamente contro Zaniolo. «Per quanto mi riguarda ha fatto benissimo», le parole del tecnico nel post gara. Lo stesso discorso si può fare per Soppy.

A posteriori, per quanto ha combinato Molina, è sin troppo facile dire che sarebbe stato meglio vedere in campo dall’inizio il francese. Ma va anche rimarcato che l’Udinese della ripresa aveva un altro spirito rispetto a quella che all’inizio ha dovuto fare i conti con la partenza a tavoletta della Roma. Il terzo 2002 gettato nella mischia all’Olimpico è quel Samardzic che aveva deciso la partita con lo Spezia: il tedeschino la palla non la tocca, la accarezza. Billy Costacurta a Sky si è sbilanciato sul suo conto: «Siamo di fronte a un futuro campione».

Ne è consapevole anche lo stesso tecnico che allargando il discorso alla rosa a disposizione ha fatto una riflessione che lo mette in sintonia con quella che è la filosofia della società. «L’Udinese – ha fatto presente il mister – attraverso l’acquisto di molti giovani si è garantita il futuro, adesso però sta a noi cercare di arrivare a questo futuro il prima possibile».

Gotti è consapevole che un allenatore vive di risultati. Le sconfitte consecutive sono due e i prossimi avversari prima della sosta si chiamano Fiorentina e Sampdoria. Muovere la classifica aiuta a lavorare e crescere meglio. Dovrà usare il bilancino del farmacista Luca. Inserire i millennium nei momenti giusti senza far perdere equilibrio e competitività all’undici.

La sconfitta con la Roma ha fatto male alla squadra, all’allenatore e ai tifosi perchè il risultato più giusto (caro Mourinho) sarebbe stato il pareggio. Nello stesso tempo però questa sconfitta non è stata assolutamente come quella, tanto per fare un paragone, dello sorso anno sempre all’Olimpico con la Roma o come quelle del finale della passata stagione. Ci sono più soluzioni in panchina e i cinque cambi possono modificare le sfide anche in casa bianconera.

Con i giovanissimi e con i meno giovani come Beto e Makengo. Il centrocampista francese, che rispetto ai suoi compagni ha già nel suo bagaglio una stagione in serie A, sta pian piano crescendo di convinzione e personalità. L’attaccante portoghese sta dimostrando di poter reggere l’impatto con il campionato italiano. Un difetto? Nelle prime tre presenze, tutte da subentrato, è rimasto ancora a zero alla voce tiri in porta. Non dipende solo da lui, ma anche dalla squadra che lo deve mettere nelle condizioni per concludere.

Per quanto riguarda gli Under 23 non dimentichiamoci che in panchina c’è Perez, l’unico al quale Gotti non ha ancora “regalato” l’esordio in serie A. Un po’ perchè il tecnico si fida del collaudato trio Becao-Nuytinck-Samir, un po’ perchè evidentemente non vede il ragazzo ancora pronto.




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