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Сентябрь
2021

Marittima, una scatola vuota che nessuno sa come riempire

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VENEZIA. Stazione Marittima, una scatola vuota. In un quadro ancora avvolto dall’incertezza per quanto riguarda il futuro della croceristica a Venezia, un elemento certo è proprio lo smantellamento di quello che è stato per decenni l’”home port” per l’arrivo delle navi da crociera, gestito dalla Venezia Terminal Passeggeri (Vtp), la società controllata in buona parte dalle stesse compagnie di croceristiche.

Con l’entrata in vigore infatti del Decreto Grandi Navi dal primo agosto, la non potrà più ospitare di fatto il traffico croceristico e si pone perciò il problema della sua destinazione futura. Che ne sarà delle sette banchine di attracco e del complesso di infrastrutture legato alla stazione passeggeri, su cui negli anni è stato investito complessivamente un centinaio di milioni di euro?

La concessione di Vtp sulla Marittima scade nel 2025 e nella recente audizione in Comune il commissario straordinario alle Grandi Navi nonché presidente dellAutorità Portuale di Venezia Fulvio Lino Di Blasio ha fatto capire come, nell’ambito dei suoi poteri, Vtp sarà investita in qualche modo nel ruolo di gestore dei nuovi scali croceristici di Fusina e Marghera.

Ma qui si torna nel regno dell’incertezza, perché al di là dei cronoprogrammi la realizzazione dei nuovi attracchi e in particolare del nuovo terminal lungo la sponda Nord Canale Nord è legato all’effettiva praticabilità ai fini croceristici del Canale dei Petroli, tutt’altro chd certa, visto che lo stesso Di Blasio ha commissionato a una società danese uno studio per valutarne l’impatto.

Resta la Marittima vuota e difficilmente utilizzabile a tempo pieno per yacht di lusso o imbarcazioni di dimensioni più ridotte che - anche se venissero - non basterebbero a d assicurarne la funzionalità.Difficile anche una riconversione turistico-alberghiera, se già due progetti proposti dall’Autorità Portuale e legati alla realizzazione di un megaparcheggio per turisti e in parte residenti, con annessi spazi commerciali e albergo sono falliti per il disinteresse degli investitori privati, quando alla Marittima c’erano ancora le navi-crociera.

E’ un bel problema, che ricade tutto sulle spalle dell’Autorità Portuale e in parte anche del Comune di Venezia - oltre che della Regione che con la finanziaria Veneto Sviluppo è socio della società di gestione - e che dovrà essere risolto, se ci si riuscirà, in sede locale, senza chiedere aiuto al Governo al di là dei ristori già previsti per le compagnie di crociera e gli operatori, che non dureranno però all’infinito.

La possibilità che lo scalo possa essere utilizzato come check-in per i croceristi in partenza poi da altri scali come Trieste o Monfalcone, appare residuale. Resta poi il problema Marghera, perché nell’attuale incertezza sui nuovi scali croceristici da attuare da parte del commissario Di Blasio, in vista del 2022 molte compagnie di crociera fanno fatica ad inserire Venezia - dove tutti i turisti pure vogliono venire - nei loro programmi.

Più facile a questo punto raggiungerla in bus per una rapida digita dagli altri scali croceristici dell’Adriatico non lontani, come appunto Trieste, Molfalcone e Ravenna, da cui poi effettivamente partire. E il problema delle crociere a Venezia - fermo per i vincoli logistici e burocratici - rischia di risolverlo, così, il mercato.




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