Cinque ostetriche su 12 non sono vaccinate: il reparto in difficoltà
TOLMEZZO. Per garantire un punto nascita ritenuto necessario alla popolazione di montagna si sono sfidate le leggi dei numeri, derogando al tetto delle 500 nascite all’anno, visto che l’Ostetricia e Ginecologia di Tolmezzo, con i suoi 386 parti, veleggia ben al di sotto degli standard minimi. Ma più che il calo di natalità è l’ondata no vax a stagliare il rischio di una paralisi nel reparto dell’ospedale Sant’Antonio Abate, dove 5 ostetriche su 12 non si sono ancora sottoposte alla vaccinazione contro il Covid-19.
Inutile dire che, con metà personale sospeso, diventa difficile garantire il funzionamento del servizio e continuare a far volare le cicogne nell’Alto Friuli.
I timori per il futuro del reparto e per un possibile depotenziamento del presidio sanitario sono già dilagati nel capoluogo carnico, mobilitando alcuni dei suoi residenti, pronti a scendere in piazza per difenderne l’integrità.
Preoccupazioni che il vicepresidente regionale con delega alla Salute Riccardo Riccardi argina con la sua risposta secca: «La programmazione sanitaria non prevede alcuna modifica per l’ospedale di Tolmezzo – mette in chiaro – il problema sorge nel momento in cui viene a mancare la disponibilità degli operatori sanitari perché non vogliono vaccinarsi e non possono continuare a fare il loro lavoro a contatto con i pazienti. Si ricorrerà a uno spostamento se ce ne sarà la possibilità, o per forza di cose bisognerà ricorrere alle sospensioni. Intanto, abbiamo programmato una serie di spostamenti per garantire il servizio almeno fino al 31 ottobre, poi si vedrà. Quanto alle proteste – è la chiusa –, le si faccia nei confronti di chi non si vaccina e mette a repentaglio un servizio così importante».
L’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale è già corsa ai ripari e si è mossa per reclutare personale: «Il presupposto fondamentale resta la vaccinazione nei luoghi sanitari – premette il direttore generale Denis Caporale –. È nostra intenzione mantenere il punto nascita, per garantire l’organico stiamo cercando di attingere alla graduatoria di un concorso Arcs, per questo abbiamo avviato i colloqui. Nel frattempo, per consentire al personale di smaltire le ferie residue, abbiamo chiesto uno sforzo ai dipendenti in servizio con l’obiettivo di coprire i turni».
A farsi interprete delle preoccupazioni dei concittadini è stato il sindaco di Tolmezzo Francesco Brollo che ha chiesto un incontro urgente con Riccardi. «Da parte della Regione e dell’Asufc non c’è alcuna intenzione di depotenziare il reparto di Ostetricia – ragguaglia all’esito del colloquio –. Il problema - è causato dagli operatori sanitari che non intendono vaccinarsi e che, di conseguenza, saranno sospesi dal lavoro. Questo mette in difficoltà i servizi dove, di conseguenza, manca personale che non sempre è sostituibile».
Alla luce di ciò l’Asufc, riferisce Brollo, sta studiando soluzioni, non facili, per garantire la copertura dei turni fino alla fine del mese di ottobre, ricorrendo al trasferimento a rotazione di personale dai reparti di altri ospedali, ovviando alle carenze in organico. Una prospettiva che preoccupa il sindaco Brollo il quale assieme alla vice Fabiola De Martino, cui ha affidato la delega alla Salute, si è impegnato a cercare una soluzione: «Sarebbe un clamoroso autogol – riconosce Brollo – se la nostra gente, che lavora in ospedale, con queste decisioni sguarnisse una realtà strategica, non solo per Tolmezzo ma per tutta la Carnia» commenta.
Brollo ha anche portato all’attenzione del vicegovernatore, il problema della carenza di infermieri che ha ripercussioni sulla casa di riposo di Tolmezzo dove, pur avendo bandito concorsi per assumere nuovi dipendenti, non si riesce ancora a garantire la sostituzione del personale mancante.