Pieve Emanuele, due operai morti congelati al Campus dell’Humanitas mentre scaricavano azoto liquido
Il tragico incidente alla struttura universitaria collegata all’ospedale di Rozzano. Aperta un’inchiesta per omicidio colposo
PIEVE EMANUELE. Potrebbe essere stata una perdita di azoto liquido nel deposito della sede del Campus dell'ospedale Humanitas a Pieve Emanuele (Milano) la causa dell'incidente sul lavoro in cui sono morti per ustioni da congelamento due operai di un'azienda esterna, il gruppo Sol, che si stavano occupando del rifornimento di azoto. Sul caso indaga la Procura di Milano e il fascicolo verrà aperto per l'ipotesi di omicidio colposo.
I due operai, 42 e 46 anni, erano arrivati con un furgone al campus universitario dell’Humanitas e stavano lavorando nel deposito, secondo una prima ricostruzione, per una fornitura di azoto liquido per elimentare l’impianto antincendio, quando si sarebbe verificata una perdita che li ha investiti, causando ustioni da congelamento. Dei decessi è stato informato il pm di turno Francesca Gentilini, che ha subito allertato il dipartimento “Ambiente, salute, sicurezza e lavoro” guidato dall'aggiunto Tiziana Siciliano. Dipartimento che indaga con l'ipotesi di omicidio colposo. Sul posto oltre a 118, vigili del fuoco, Carabinieri e polizia locale, è stata inviata la squadra specializzata di polizia giudiziaria, oltre ad un medico dell'Ats.
Si chiamavano Emanuele Zanin e Jagdeep Singh i due operai morti nell’incidente di Pieve Emanuele. Zanin aveva 46 anni ed era originario di Brescia, il suo collega indiano ne aveva 42. Lavoravano per la ditta monzese «Sol Group spa». Secondo quanto appreso i due avevano già svolto questa operazione ma la perdita di azoto, provocata da motivi ancora da chiarire, ha travolto i due lavoratori uccidendoli in pochissimo tempo. Inutili i soccorsi, i tecnici sono morti nella stanza adibita al travaso. Ora bisognerà verificare se ci siano stati errori nella manovra o mancanze strutturali.