L’uomo, un operatore sociosanitario del Versilia, in quel momento era al lavoro: l’intervento immediato del personale del Pronto soccorso ha evitato la tragedia
VIAREGGIO. In tempi di pandemia c’è spazio anche per una storia che sembra incredibile. Una storia che arriva dall’interno dell’ospedale, messo a dura prova dalla terza ondata Covid. Ma, proprio perché ai limiti dell’inverosimile, questa storia è la prova di quanto possa essere assurdo e imprevedibile il destino.
Il protagonista è Pietro, 49 anni, operatore sociosanitario del Versilia. Che ha rischiato di morire soffocato dopo aver inghiottito una caramella mentre stava lavorando in ospedale. Un gesto fatto chissà quante altre volte, ma che poteva costargli caro.
Per Pietro quella di venerdì era una giornata di lavoro come un’altra: stava prestando come sempre il suo servizio a favore di malati, medici e infermieri.
Gli operatori sociosanitari sono le braccia e le gambe dell’ospedale, coloro che spostano i pazienti e che se ne prendono cura nelle loro necessità più basilari. Pietro fa il suo lavoro con passione e i colleghi lo apprezzano moltissimo per questo.
Figurarsi quando lo hanno sentito dire con un filo di voce: «Non respiro». Lo hanno visto diventare di colore blu: si è portato le mani al collo ed è caduto a terra come morto. Tutto per colpa di una banale caramella, inghiottita poco prima.
Per sua fortuna, però, Pietro non era in un posto qualunque. Era in Medicina d’urgenza. È crollato davanti al personale di turno in quel momento in Pronto soccorso, che gli ha praticato immediatamente le cosiddette manovre di disostruzione. Pacche dorsali e massaggio toracico.
Le manovre sono andate a buon fine: in pratica hanno evitato una morte certa.
Pietro è stato subito portato in Rianimazione, perché dopo un evento del genere le sue condizioni erano comunque critiche. Ma ieri lo hanno già dimesso dal reparto e l’uomo ha potuto ringraziare subito i suoi benefattori, oltre che colleghi. Che lo hanno accolto con entusiasmo.
La vicenda ha fatto, ovviamente, il giro dell’ospedale e ha portato un po’ di sorrisi in un momento difficilissimo.
«Pietro ci ha fatto perdere dieci anni di vita... Ma ora stiamo festeggiando», raccontano i colleghi. Un dramma a lieto fine che viene colto, in un certo senso, anche come segnale di speranza e buon augurio: di fronte al destino che pone davanti ostacoli durissimi è possibile lottare fino alla fine e vincere. —
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