Alla pari con Tortona ma solo per 35 minuti, battuta l'Old Wild West
foto da Quotidiani locali
VOGHERA. Trentacinque minuti alla grande, in partita contro una squadra forte forte, poi il crollo sotto i colpi di un indemoniato Sanders e tradita soprattutto dall’americano Foulland, che da sotto non fa quello che deve in attacco nei momenti decisivi. L’Old Wild West perde a Voghera contro Tortona, perde 76-59 perché nel finale crolla dopo una partita equilibrata, ma si consola con l’approdo alle final eight di Coppa Italia. Non poca cosa.
I finestroni del Pala Oltrepò, casa di Tortona a Voghera, evocano bei ricordi all’Apu, quel turno di play-off della Gsa di Lardo a fine corsa. L’avversario però è di quelli veri, probanti, non a caso veleggia in testa alla classifica.
Servono spaziature giuste, calma, palla ai lunghi, perché Foulland pare in serata. Come lo sono, purtroppo Udine, i due americani Sanders e Cannon, così come D’Ercole, visto giovinetto alla Snaidero. Fine primo quarto, Udine sveglia, menzione per Deangeli e pure Pellegrino stavolta entrato a dovere, ma Tortona avanti 20-17 essenzialmente per tre triple di Sanders.
È una partita d’alta quota, e questo è già di per sé un bel risultato per Udine, a cui servirebbe però migliorare le percentuali nel tiro da fuori, con la difesa l’ago della bilancia della stagione dei ragazzi del West. E Johnson, il faro dei friulani? Fatica con Sanders e fa fatica su Sanders.
Tortona con un lampo vola a +8 (25-17), ma Nobile risponde e dimostra come l’Apu quel bunker lo voglia attaccare per davvero. Il primo squillo di DJ sembra la panna sulle fragole di stagione. E alla “sparatoria” si unisce anche Italiano: 25-26, contro-sorpasso. Tre triple di fila, che partita “ soffrono”, crediamo con soddisfazione però, con le loro felpe d’ordinanza Ramondino e Boniciolli in panchina. Mascolo è una signora guardia, Severini piedi a terra da tre è implacabile, insomma serve la partita perfetta (o quasi) per uscire indenni dal palazzo con le vetrate, panorama autostrada Brescia-Torino. Ad esempio, dimenticare Sanders tre volte dall’arco non è una buona idea. Così come sbagliare tre triple soli soletti o schiantarsi sull’ottima difesa avversaria nell’ultima azione del quarto. Risultato: 36-30 a metà gara per Tortona.
Si riparte e il buon DJ entra con la faccia giusta: difesa, cinque punti di fila. E quando Mussini penetra fa male al bunker. Peccato che il play perda palloni sanguinosi e non sia in serata al tiro da fuori. Serve la perfezione, si diceva, l’Old Wild West difende, corre, salta, ci mette l’anima. È vero, Tortona con Sanders, in serata da trentello, Cannon o D’Ercole dà sempre la sensazione di comandare. Vi ricordate Galeazzi con gli Abbagnale? “C’è luce diceva”, quando c’era vantaggio tra una barca e l’altra.
Peppiniello-Giuri però fa alzare i colpi ai suoi. Otto punti in fila e in un amen ecco il 49-46. Per Udine. Che chiude il quarto 52-48 con un canestro da casa sua di DJ allo scadere.
L’arma in più per Tortona però è la versatilità: Cannon esce a tirare da tre, Foulland non lo può seguire, l’attacco di Udine, che domina a rimbalzo, si pianta, perde troppi palloni (16 alla fine!) e Tortona in avvio di quarto sorpassa. Foulland scompare, fermato da tal Morgillo. Quando l’americano dovrebbe asfaltare il gregario accade il contrario.
E se domini a rimbalzo, ma il tuo pivot non la mette mai, o sbagli tre tiri da tre di fila a 4’ dalla fine e perdi palloni a raffica la partita contro la capolista non la vinci.
Perché il bunker di Tortona ha anche i cannoni: Severini, D’Ercole, Sanders, gli uomini di Ramondino piazzano il parziale della vittoria, un 15-3 da squadra vera. Quando Sanders segna un’altra tripla, quella del 25esimo punto con 6 su 8 da tre, la partita se n’è andata.
In Serie A2 gli americani sono, più o meno, il 50 per cento delle squadre, se i tuoi “bucano” l’ultimo quarto con la capolista... —