Giro di prostitute trans. Maxi blitz in città, arrestate tre persone

FOLLONICA. Appartamenti affittati a trecentocinquanta euro alla settimana, dove arrivavano prostitute anche transessuali per incontri di sesso che venivano spesso e volentieri pubblicizzate su siti Internet che davano, spesso, come riferimento, la zona artigianale di Follonica. A gestire il giro sarebbero state tre persone con ruoli differenti: Aziza Essat, 40 anni, originaria del Marocco e da tempo residente a Grosseto, che avrebbe coordinato l’arrivo delle ragazze e delle trans, tutte di origini sudamericane, nella città del Golfo, anche da altre zone d’Italia, il marito Nicola Bergamini, 45 anni, che si sarebbe occupato di riscuotere gli affitti dalle donne e Fabio Scatena, 60 anni di Massa Marittima, che, dopo aver collaborato con Essat, si sarebbe spostato anche su Grosseto. La donna, assistita insieme al marito dall’avvocata Loredana Luiso, è stata portata al carcere don Bosco di Pisa, mentre il marito è ai domiciliari. Scatena, difeso dall’avvocato Franco Ciullini, è in carcere a Massa Marittima. Tutti e tre sono accusati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

Le indagini dei carabinieri della compagnia di Follonica, coordinate dal sostituto procuratore Giampaolo Melchionna si sono chiuse, dopo un anno e mezzo di operazioni, con l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Marco Mezzaluna e consegnata ieri mattina ai tre indagati: Aziza e il marito sono stati svegliati all’alba dai carabinieri, dopodiché la donna è stata accompagnata al bar Senzuno, che gestisce da anni, che è stato perquisito, così come gli appartamenti di proprietà della coppia. Il bar e gli appartamenti non sono stati messi sotto sequestro.

Per mesi, i carabinieri della compagnia di Follonica hanno seguito i movimenti di alcune donne e di alcune trans sudamericane che si prostituivano, scoprendo che gli appartamenti dove incontravano i clienti, erano quelli messi a disposizione da Essat e da Bergamini. Appartamenti dove venivano ospitate anche due donne alla volta, o, più spesso, una donna e una trans.
Gli appartamenti erano in via dell’Artigianato e in via Trento, a Follonica, mentre a Grosseto, Scatena faceva riferimento a un altro uomo, che in alcune intercettazioni telefoniche viene indicato come “il padrone” e che non è ancora stato identificato.

Bastava il passaparola, stando ai risultati delle indagini, per mettersi in contatto con la quarantenne che organizzava la presenza delle ragazze nei suoi appartamenti e che in alcuni casi, le metteva anche in contatto con i clienti. Tra le prostitute, il numero di telefono di Hessat circolava ed erano loro a chiamare per chiedere se ci fosse o meno la possibilità di essere ospitate nella città del golfo.

Incontri che sono proseguiti anche durante il periodo della pandemia che, come si legge nell’ordinanza firmata dal giudice Mezzaluna, con il divieto di spostarsi da una regione all’altra, erano leggermente diminuiti. «C’è poco lavoro perché il coronavirus è impestato nella testa degli uomini - dice una delle prostitute alla proprietaria dell’appartamento - Chiamano tanti, non vengono nessuno».