I sindaci del Comelico chiedono: siero per tutti, ma l’Ulss: non adesso
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I primi cittadini hanno offerto supporto logistico all’azienda sanitaria La replica: per ora energie dedicate ad anziani e categorie a rischio
COMELICO. I sindaci del Comelico chiedono formalmente la vaccinazione generale della popolazione, aderendo all’ipotesi partita dal Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 1 Dolomiti.
Ma l’azienda sanitaria smorza gli entusiasmi: «In questo momento tutte le energie sono concentrate nella priorità di vaccinare la popolazione anziana e le categorie a rischio del nostro territorio. Appena possibile, e in base al piano vaccinale, concorderemo le strategie per completare quanto prima l’immunizzazione di tutta la popolazione».
Una nota congiunta, diramata il 13 marzo da Marco Staunovo Polacco, primo cittadino di Comelico Superiore (2.150 abitanti, attualmente 23 contagiati e 15 in isolamento), aveva superato ogni polemica chiedendo formalmente la vaccinazione generale della popolazione.
Un’operazione che, come sottolinea Ivano Mattea, sindaco di Danta (440 abitanti), può rappresentare «un test importante anche a livello nazionale, per dimostrare come, con una campagna di vaccinazione di massa, si possa arrivare alla totale uscita da questa pandemia, che stiamo vivendo da oltre un anno. Lo si può fare predisponendo il vaccino per una popolazione che, in tutto il Comelico, si aggira attorno alle settemila persone».
Lazzaretto delle Dolomiti
La polemica era divampata qualche giorno fa quando, a fronte della disponibilità manifestata dall’Ulss1 Dolomiti ad effettuare la vaccinazione di massa, Giancarlo Ianese, sindaco di San Nicolò di Comelico (300 abitanti) e presidente dell’Unione montana, aveva avanzato il timore di essere poi additati come il “lazzaretto delle Dolomiti”. Ianese ieri non ha voluto né confermare né smentire le dichiarazioni che gli sono state attribuite e che avevano destato più di qualche perplessità, non solo sui social, ma anche fra i colleghi sindaci.
Il primo a reagire era stato Ivano Mattea, che conferma: «Io sono sempre stato più che d’accordo sulla vaccinazione di massa, anche se dal 28 di gennaio Danta è covid-free e quindi non avrei un interesse diretto e pressante a questa operazione. Ma ben venga la vaccinazione che è una garanzia in più per tutta la popolazione, sia per la salute che per preparare al meglio la stagione estiva, che per la nostra montagna è vitale. Credo che ci sia stato un equivoco iniziale nell’interpretazione di quanto detto da Ianese. Ci siamo trovati, ne abbiamo discusso e siamo tutti uniti nel dire sì alla proposta».
La nota dei sindaci
Lo ribadisce la nota congiunta, che recita: «I sindaci del Comelico hanno chiesto formalmente alla Ulss1 Dolomiti l’attuazione di quanto proposto dal Dipartimento di prevenzione e cioè la vaccinazione generale della popolazione del Comelico, tenuto conto della particolarità dell’area a vocazione turistica e ad alto indice di vecchiaia. Il tutto ovviamente su base volontaria, anche se fortemente consigliata. Hanno comunicato la disponibilità di immobili e di tutta la logistica necessaria, con il supporto di Regole e Ana».
«La volontà», continua la nota, «è quella di uscire in fretta dalla situazione di incertezza di queste settimane e di garantire un elevato livello di sicurezza, soprattutto per la fasce più a rischio della popolazione. A tutela della salute pubblica e della condizione socio-economica della nostra valle, a volte oggetto di eccessi di esposizione mediatica ingiustificati».
«Visto che c’è stata prospettata da parte dell’Ulss 1 questa soluzione», commenta Manuel Casanova Consier, sindaco di San Pietro, «ci siamo attivati e siamo pronti. Io sono sempre stato favorevole al vaccino. Da noi la situazione è meno grave dell’autunno scorso: su una popolazione di 1.585 abitanti abbiamo ad oggi 21 contagiati (erano una settantina a ottobre) e una decina in quarantena. Ma va tenuta sotto controllo e credo che la vaccinazione sia fondamentale. Non saremo certo noi a rinunciare a questa opportunità».
Tutela per i più deboli
«Pensiamo anzitutto alla tutela che il vaccino garantisce alle persone più deboli», sottolinea Elisa Bergagnin, vice sindaco di Santo Stefano di Cadore, 2.500 abitanti, «ed anche al beneficio per tutto il territorio in vista della stagione turistica estiva, che per le nostre terre è fondamentale».
La replica ulss
Per ora le energie sono concentrate su anziani e soggetti a rischio, ha risposto il 13 marzo sera l’Ulss 1 ai sindaci del Comelico. «Sarà certamente di grande aiuto in tempi brevi, specialmente per le persone tra 70 e79 anni, la Medicina di famiglia molto ben organizzata in Comelico», spiegano dall’Ulss, «con un’ottima Medicina di gruppo operante anche nella struttura del Distretto sanitario, con possibili positive collaborazioni tra il Distretto stesso, i medici di Medicina generale e le amministrazioni comunali». —
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