Pronto soccorso e rianimazione, critica la situazione a Udine: l'età media dei ricoveri sotto i 60 anni
UDINE. Udine resta l’indiscusso epicentro dell’emergenza pandemica in Friuli Venezia Giulia, nelle ore in cui a livello regionale si registra il picco di ricoveri nelle terapie intensive, settanta, mai raggiunto neppure nelle fasi più critiche della seconda ondata, tra novembre e dicembre.
«Siamo sotto pressione, inutile negarlo», professa realismo il direttore generale dell’Azienda sanitaria Friuli centrale, Massimo Braganti.
L’aumento dei ricoveri, anche nelle Rianimazioni, ha costretto l’Asu e la Regione a sospendere – in tutto il Fvg – l’attività chirurgica in elezione, ad esclusione degli interventi oncologici e di tutti quelli non rinviabili, così come l’attività ambulatoriale programmata. Il fronte caldo resta quello friulano, come testimoniato dai numeri dei contagi, dei ricoveri e dei decessi riportati anche nel bollettino di lunedì 15.
Sotto stretta osservazione il Pronto soccorso e la terapia intensiva dell’ospedale Santa Maria della Misericordia: anche lunedì 15 si sono registrati picchi di accessi che hanno sfiorato le cento unità, con tempi d’attesa ben superiori alle due ore per i codici bianchi e la sospensione momentanea degli accessi.
«L’invito, a maggior ragione in queste giornate tanto difficile – esorta Braganti – è di rivolgersi per le richieste non gravi al medico di famiglia, per evitare di intasare la struttura e rischiare di sottoporsi ad attese estenuanti».
I ricoveri, del resto, sono in aumento: «La situazione nelle terapie intensive è sostanzialmente stazionaria, ma siamo vicini alla soglia massima di riempimento.
In queste ore c’è fame di posti letto nelle Malattie infettive: l’età media dei ricoveri si è sensibilmente abbassata rispetto alla seconda ondata, scendendo anche sotto i 60 anni», indica il direttore generale di Asu Fc, rilevando che questo è l’effetto dell’incremento di casi riconducibili alla cosiddetta variante inglese.
In attesa di una nuova riconversione dei posti letto, che sarà resa possibile anche dal progressivo rallentamento o dalla sospensione dell’attività non urgente, restano disponibili nelle strutture ospedaliere dell’Asu Fc una ventina di slot.
Anche per far fronte al picco di ricoveri, previsto nell’arco dei prossimi sette giorni, la Regione si è già attivata per reperire attraverso le strutture del privato convenzionato posti letto “puliti”, ovvero non Covid, da utilizzare in supporto agli ospedali per i pazienti non contagiati che necessitassero il ricovero.
Contestualmente saranno aumentati i posti Covid: lunedì 15 l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, ha annunciato che a partire da martedì 16 «per essere preparati nell’ipotesi di un incremento del numero di positivi al coronavirus che necessitassero di un ricovero, i quindici posti letto della Neurologia dell’ospedale San Giovanni di Dio di Gorizia saranno riconvertiti in posti Covid».
Preoccupazione per la situazione udinese è espressa anche dai sindacati. Il cislino Massimo Vidotto, segretario delle Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) dell’Asu Fc evidenzia come la situazione «sia estremamente delicata, probabilmente frutto anche di una sottovalutazione dell’impatto della variante inglese del Covid: registriamo un’impennata di ricoveri che fanno apparire questa terza ondata come decisamente più aggressiva e violenta rispetto alla fase già difficile che abbiamo vissuto nel tardo autunno».
Per Vidotto, «l’abbassamento dell’età media dei ricoverati appare preoccupante e richiede supporti respiratori e dispositivi che non sembrano in questo momento disponibili ovunque».
In questo quadro complesso si innesta la partita vaccinale: il rappresentante della Cisl invita la Regione «ad aggiungere al più presto ulteriori sedute vaccinali per i sanitari che non si sono ancora riusciti a vaccinare, in modo da ridurre il rischio focolai nelle strutture sanitarie» e, contestualmente, ad attivarsi «con corsi online e magari una prova pratica per permettere di aumentare il numero di operatori sanitari titolati a vaccinare».
Il segretario regionale della Fials, Fabio Pototschnig, ha indirizzato una lettera ai vertici della sanità regionale e delle Aziende sanitarie per chiedere un incontro urgente in particolare per la situazione di criticità «registrata nelle strutture dell’Asugi e dell’Asu Fc.
La terza ondata che gli operatori del sistema sanitario regionale devono affrontare e la mancanza di interventi volti a potenziare l’attività territoriale, più volte annunciati ma mai messi in atto, hanno delle inevitabili ricadute sul sistema ospedaliero». —
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