Il fisico Battiston vuol chiuderci ancora: "Zone rosse anche dopo Pasqua"
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L'epidemia di coronavirus ha ripreso a correre, forse nel momento peggiore, ora che la campagna vaccinale sembra possa partire al netto della decisione di domani sul vaccino AstraZeneca, che dovrebbe essere positiva. Il contatore dei nuovi contagi ha segnato un +23.059 casi in 24 ore e 431 morti, meno di ieri ma comunque troppo alti. Sono numeri in aumento su scala settimanale, che si accompagnano all'incremento della pressione nelle terapie intensive e nei reparti Covid. A differenza di un anno fa, quando l'epidemia colpì quasi escluisivamente il nord del Paese, ora è tutto lo stivale a fare i conti con numeri di contagi importanti. Solo la Sardegna sembra sia sotto controllo, anche se gli effetti della zona bianca iniziano a farsi sentire con l'aumento, anche se moderato, dei nuovi infetti. Roberto Speranza è preoccupato e lo è anche Roberto Battiston, fisico dell'università di Trento, che ha commentato i dati del contagio.
"Che gli sviluppi potessero essere quelli che registriamo oggi era assolutamente prevedibile", ha detto Battiston all'Huffington Post, che ha messo l'accento anche sul numero dei decessi registrati ieri, ben 502: "Una cifra enorme, ma purtroppo non ci si è arrivati in maniera inaspettata". I fisici, gli statistici e gli esperti di matematica lo dicono da settimane pur non avendo una formazione medica e i numeri oggi danno loro ragione: "Sulla base degli indicatori registrati negli ultimi mesi si sapeva che le vittime sarebbero arrivate a quote tanto alte". Gli oltre 500 morti di ieri potrebbero non essere il culmine di questa ondata, anzi. Roberto Battiston nella sua analisi mette da parte l'ottimismo in favore del realismo: "In queste condizioni, tra qualche settimana potrebbero diventare 800". Il fisico dell'università di Trento segue l'andamento dell'epidemia fin dall'inizio e le sue serie storiche gli suggeriscono scenari poco positivi per il futuro prossimo.
La situazione del Paese è complicata, dice Roberto Speranza snocciolando i numeri. In una settimana l'occupazione delle terapie intensive è cresciuta del 4%, portandosi al 35% su media nazionale. Ma ci sono regioni che sono ben oltre la soglia, come l'Abruzzo al 40%, il Friuli Venezia Giulia al 44% e l'Emilia Romagna al 50%. L'Umbria ha un'occupazione del 56%, la Provincia autonoma di Trento del 58%. "Stiamo arrivando ai livelli del picco di novembre, siamo vicini alla saturazione e questo sarà accompagnato da un aumento dei morti. Abbiamo costeggiato per troppo tempo il ciglio del burrone e ora abbiamo messo il piede dalla parte sbagliata. Dobbiamo tornare indietro al più presto", ha sottolineato Battiston.
L'aumento dei contagi è frutto dell'aumento dell'Rt, ora a 1.16. "L'indice di trasmissibilità diminuisce con il distanziamento. Quindi l'unica difesa sono interventi duri e tempestivi finalizzati a riportare la situazione sotto controllo, ma in modo significativo", sentenzia Battiston, che resta scettico sulle misure attuate ora dal governo. "Possono aiutare, ma con ogni probabilità dovranno essere estese ben oltre i quindici giorni annunciati", spiega il fisico, secondo il quale tra una settimana si vedranno i primi risultati ma questi non sono sufficienti per allentare le briglie.