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Март
2021

Triestina con il solito handicap. L’assetto più spinto è un’arma

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Triestina con il solito handicap. L’assetto più spinto è un’arma

Per la quinta volta in un mese Unione costretta alla rimonta. Il 4-4-2 può dare più incisività contro squadre chiuse. In arrivo la diagnosi dell’infortunio di Procaccio  

TRIESTE. A ogni partita sembra di assistere allo stesso film. La trama è che la Triestina va sotto di uno o due gol e poi riesce a rimontare fino al pareggio. In quattro partite delle ultime sei il finale è sempre lo stesso.

Anzi si può aggiungere che nelle due occasioni nelle quali l’Unione non è andata sotto le sfide sono finite con un nulla di fatto. E il vizietto c’è stato anche con la Vis Pesaro con la vittoria firmata nel recupero da Giorico dopo essere stati, guarda caso in svantaggio di due reti (cosa successa anche a Macerata nell’unico ko del ritorno).

Gli indizi sono sufficienti per dirci che la squadra attuale è quantomeno distratta, oppure che sottovaluta l’avversario o che manca qualcosa nella preparazione del match. Sull’altro fronte, quello positivo, è evidente che quello alabardato è un gruppo che ha dignità e non sbraca ma soprattutto i fatti dimostrano che la squadra ha potenzialità inespresse. I giocatori ci devono mettere del loro ma è compito anche di Pillon e dei suoi collaboratori trovare le soluzioni per rendere più continuo e incisivo il rendimento sul campo.

A Fermo per la prima volta è stato messo in campo per quasi mezz’ora un 4-4-2 offensivo.

Magari sarà un caso ma proprio in quel momento sono arrivati i due gol. È stata un’opzione anche dettata dall’infortunio a Procaccio può diventare un esperimento da replicare. Anche perché non si sa quando e se rientrerà Procaccio, il centrocampista più tecnico del lotto. Le radiografie hanno escluso per Andrea una nuova frattura al piede ma per una diagnosi definitiva bisognerà attendere l’esito della Tac prevista per giovedì 18 marzo.

Ad ogni modo l’utilizzo di un assetto più spregiudicato e orientato a un gioco più largo è un’arma in più mai utilizzata per sfilacciare le maglie delle squadre che occupano per difendersi le zone centrali del campo. Se questo è il piano B annunciato da Pillon è certamente utile contro le compagini più ruvide e tanto indigeste all’Unione sia dall’inizio, per poi variare se si ottiene il vantaggio, oppure in corso di partita quando è necessario rimontare o sferrare il colpo del ko.

Contro avversarie che hanno centrocampo e attacco più qualitativi lo schema può essere meno adatto anche perché la Triestina non ha esterni puri (in grado anche di coprire) ma giocatori d’attacco che possono adattarsi come Mensah, Sarno o Petrella. Peccato che ormai delle sette partite mancanti nella regular season in quattro gare l’Unione affronterà squadre di fascia alta.

Il coraggio di osare servirà comunque sia per cercare di difendere la quinta piazza dall’assalto prevedibile di Cesena e Feralpi (ma ci sono anche la Samb e il Matelica) ma anche per giocarsi tutte le carte a disposizione nella roulette dei play-off.

Il modello vincente con tre mediani e un trequartista ha funzionato bene solo nelle gare di dicembre quelle con Boultam protagonista. Poi la Triestina ha stentato e adesso non c’è più tempo di aspettare. Forse è anche troppo tardi ma Pillon, come ha fatto a Fermo, deve riprovarci.




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