L’effetto dei vaccini nelle case di riposo del Friuli Venezia Giulia, contagi crollati del 94% in tre mesi
TRIESTE. Da centinaia di casi a settimana a non più qualche decina. È l’indiscutibile effetto vaccini nelle residenze per anziani e tra il personale del Servizio sanitario del Friuli Venezia Giulia, gli obiettivi della prima fase della campagna anti-Covid avviata in regione con la giornata simbolo di Palmanova lo scorso 27 dicembre.
I numeri sono in picchiata. Nella settimana a cavallo tra il 2020 e il 2021 si contavano nelle case di riposo 296 nuovi positivi tra 211 ospiti e 85 operatori. Da lunedì 15 marzo a ieri non si è andati oltre 18 (9 ospiti, altrettanti operatori): un crollo del 94% in poco meno di tre mesi.
Lo stesso confronto è possibile nel Ssr. Sempre tra il 28 dicembre e il 3 gennaio i contagi furono 211. Dal 15 al 20 marzo si è scesi a 35, vale a dire -83%. Il trend è cambiato attorno a fine gennaio, quando in sette giorni le infezioni in casa di riposo sono diminuite da 210 a 131 per gli ospiti e da 67 a 46 per gli operatori, mentre nel Ssr si passava da 115 a 71. A febbraio i numeri sono sempre andati all’ingiù, in particolare nelle residenze.
A marzo è invece arrivata l’eccezione della prima settimana con l’impennata a 30 contagi tra gli ospiti. Determinante, in quell’occasione, il caso Muggia. Nella casa di riposo locale si sono registrate infatti 19 positività al coronavirus sui 56 assistiti in struttura, tutti non autosufficienti, infezioni tra l’altro successive alla somministrazione di entrambe le dosi del vaccino Pfizer.
La buona notizia è che, nonostante l’anti-Covid non sia stato sufficiente a evitare il contagio, gli anziani positivi hanno manifestato solo deboli sintomi, una chiara indicazione dell’efficacia del vaccino sul fronte della protezione dalle forme gravi della malattia. Nelle ultime due settimane i riscontri hanno continuato a essere sempre più favorevoli. Dall’8 marzo a ieri si sono contati 16 contagi tra gli ospiti delle case di riposo e 19 tra gli operatori.
Quanto al Ssr, la fotografia rispecchia quanto sta accadendo in regione con un virus che circola molto rapidamente a Udine, meno della Venezia Giulia e assai più lentamente nella provincia di Pordenone. I dipendenti di Asugi positivi erano stati 8 a settimana tra l’8 e il 21 febbraio, addirittura uno tra il 22 e il 28 febbraio e sono risaliti a 10, 13 e 17 a marzo. Più alti i numeri nell’Azienda sanitaria Friuli Centrale, con punte di 30 e 32 sui sette giorni nella prima metà del mese. Nell’Azienda Friuli Occidentale, invece, tra febbraio e marzo il picco è stato di cinque casi tra il 15 e il 21 febbraio. Limitate infine le infezioni al Burlo e al Cro, con un coronavirus di fatto azzerato.
«Le differenze nei trend osservati nel numero di casi tra gli operatori sanitari e nelle persone di età pari o superiore a 80 anni sono probabilmente da attribuire alla campagna di vaccinazione», scrive anche l’Istituto superiore di sanità nel report di aggiornamento sull’epidemia nel Paese, con dati al 17 marzo, evidenziando l'andamento delle curve dei positivi al coronavirus Sars-CoV-2 nelle due categorie, rispetto alla popolazione generale.
Per quanto riguarda gli operatori sanitari «la proporzione di casi sul totale nazionale a metà novembre superava il 5%, ma dalla metà di gennaio si osserva una tendenza al calo verosimilmente attribuibile al completamento del ciclo vaccinale in una buona percentuale di soggetti appartenenti a questa categoria». Nel periodo tra il 22 febbraio e il 7 marzo ci sono stati in Italia 2.154 positivi tra i sanitari, una cifra pari all’1% del totale.
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