La moglie colpita con l'accetta. «Stefano non mi ha mai chiesto perdono. Presto per farlo uscire»
Gianangela Gigliotti parla della semilibertà concessa all’ex marito. Intanto lui ha già un lavoro come operaio metalmeccanico
CONEGLIANO. Ha una grande forza d’animo Gianangela Gigliotti, guarda al futuro, ai suoi affetti familiari. Non ha parole di rancore, dopo la rimessa in semilibertà dell’ex marito Stefano Rizzo che, dopo sette anni e mezzo dalla terribile aggressione, ha ottenuto il beneficio: potrà uscire dal carcere durante il giorno per lavorare. Di sera tornerà dietro le sbarre per finire di scontare la pena.
«Mi sembrano pochi gli anni ,ma se il giudice ha ritenuto opportuno significa che era un suo diritto», dice Gianangela. «Sì, lo sapevo, ero stata preparata anche dal mio avvocato. Non me la prendo con i giudici, hanno applicato la legge, forse andrebbero riviste le leggi, anche se allungare le pene non credo rappresenterebbe un deterrente, ma forse potrebbe servire. Lui ha fatto sette anni e mezzo, io rimango in carrozzina».
Rizzo era stato condannato a 11 anni per il tentato omicidio dell’ex moglie, che aveva assalito in casa a colpi di accetta nel luglio 2013.
Il tribunale di sorveglianza ha accolto adesso la richiesta di semi libertà. «Lui non ha mai chiesto perdono», ricorda la donna. «Io grazie al cielo ho la mia famiglia, mio figlio, la mia nipotina, tanti altri interessi, vado avanti con la mia famiglia. Sono serena».
Il figlio le è sempre stato accanto e le ha dato la gioia di diventare nonna. Gianangela Gigliotti è diventata un simbolo per altre donne, per come è riuscita a superare la violenza. La coneglianese con la sua testimonianza ha rappresentato la forza di vivere per tante persone. Non potrà mai dimenticare quanto accaduto, ma pensa al futuro e a chi le vuole bene.
Intanto ha già un’offerta di lavoro Stefano Rizzo. Quasi sicuramente si tratta di un posto come operaio in una ditta del settore metalmeccanico. Ma il programma di lavoro sarà definito nei prossimi giorni assieme alle cooperative e al legale che ha seguito Rizzo negli ultimi anni, facendogli ottenere la semilibertà, l’avvocato Lorenza Secoli.
Dopo quasi otto anni di carcere, per Rizzo da lunedì si spalancheranno i cancelli del carcere di Santa Bona. Potrà uscire di giorno, per andare a lavorare, e dovrà rientrare di sera.
«Rizzo», spiega il suo legale, l’avvocato Lorenza Secoli, «in questi due ultimi anni ha migliorato il suo percorso e ha elaborato in modo efficace quanto successo. È stato un percorso rieducativo positivo».
La concessione della semilibertà a Rizzo arriva dopo una lunga e travagliata richiesta di permessi che lo stesso tribunale di Sorveglianza aveva negato. Come due anni fa quando il giudizio negativo degli psicologi del carcere di Santa Bona fu determinante nella decisione dei giudici di rigettare la richiesta di accedere alla misura di affidamento ai servizi sociali, alternativa al carcere.
Motivo. Il percorso di “redenzione” intrapreso da Rizzo non li aveva soddisfatti, soprattutto il corso sulle violenze, interrotto da Rizzo durante la detenzione. —
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