Il pronto soccorso psicologico Covid: 3.873 le chiamate alto rischio suicidi, emergenza veneta
Laugelli, direttrice di inOltre: ora la fatica quotidiana di vivere si intreccia ai lutti e all’angoscia di perdere il lavoro e il reddito
VENEZIA. Lo strazio di chi ha perso gli affetti nella solitudine di un letto d’ospedale, l’angoscia di chi contrae l’infezione e teme di trasmetterla ai familiari, gli imprenditori e i lavoratori sul lastrico, gli attacchi di panico delle mamme con i bimbi in Dad, i ragazzi sempre più smarriti, chi è costretto alla quarantena e chi teme gli effetti collaterali del vaccino...
«La pandemia ci trasmette un’umanità sofferente, che alla fatica di convivere con restrizioni e divieti somma la paura del contagio e del domani. L’impressione è che nulla tornerà come prima», le parole di Emilia Laugelli, la direttrice di inOltre, il servizio di assistenza psicologica attivo h24 e 7 giorni su 7 , ora focalizzato sul versante Covid: 3.873 i colloqui telefonici dall’inizio della crisi, centinaia le prese in carico, trasversali per sesso, età, professione, reddito.
«Se un anno fa i cittadini veneti chiamavano in preda a un’ansia riconducibile alla preoccupazione di ammalarsi e alla difficoltà di gestire la quotidianità in lockdown, a novembre tra i contagiati era palpabile il terrore di finire in rianimazione e ora le sollecitazioni si sono fatte più preoccupanti con elevati rischi suicidari e paura del futuro legati alla chiusura delle attività lavorative, aspetti cui si sommano le problematiche di genitori in difficoltà con i figli adolescenti».
E inOltre? Composto da dieci operatori, non si limita all’ascolto ma rappresenta uno snodo nella rete dei servizi socio-sanitari pubblici e privati e si relaziona con loro per assicurare una risposta concreta alle persone in difficoltà.
«Nel 2012, quando istituimmo, primi in Italia, questo servizio, erano i tempi della crisi economica e dei suicidi di tanti imprenditori che ne rimanevano schiacciati. Poi arrivò la stagione dei truffati delle banche, piccoli risparmiatori disperati che avevano perso tutto. Ora il servizio si è evoluto e assiste le persone che, per vari motivi, soffrono a causa della pandemia», il commento del governatore Luca Zaia.
«Anche così si salvano vite e, a quasi dieci anni di distanza dalla sua nascita, questo servizio si sta dimostrando una scelta azzeccata e lungimirante; inOltre, i cui operatori ringrazio uno per uno, è una pedina straordinaria nella squadra che abbiamo creato in Veneto per combattere il Covid con ogni mezzo assistenziale, clinico, sanitario, territoriale, e anche psicologico».
«L’800334343», fa eco l’assessore alla salute Manuela Lanzarin «è un servizio completamente gratuito e quanti vi lavorano, tutti specialisti, svolgono un’opera preziosa di ascolto, effettuano una valutazione attenta delle condizioni della persona che telefona e, se lo ritengono necessario, avviano un vero e proprio percorso di presa in carico del paziente da parte del sistema sanitario. La storia e le testimonianze dei protagonisti di questo percorso consentono di affermare, con orgoglio, che delle vite sono state salvate, e altre sono state rimesse sulla giusta via. Continueremo così, perché la sofferenza da Covid non si manifesta soltanto negli ospedali, ma entra nell’animo di tanti nostri concittadini».
Utenza trasversale, si diceva, con il 57% di donne e il 43% maschile; ampia la gamma d’età dei cittadini che chiamano: il 16% ha tra 18-30 anni; il 35% da 31-50, il 34% da 51 a 70 mentre gli over settantenni rappresentano il 15%.
«Le ripercussioni causate dalla mancanza del lavoro e l’affacciarsi della crisi economica stanno creando tensione sociale ed è necessario continuare a supportare e aiutare la popolazione ad attraversare questa pandemia, con la certezza che la comunità non lascia indietro nessuno», la conclusione di Laugelli «il nostro compito è quello di contrastare la disperazione e diffondere benessere. Avvertiamo una sofferenza diffusa, i mesi che si prospettano non saranno indolori ma noi ci saremo sempre, è una promessa». —