Mantova e la polizia locale in lutto per Giuseppe Laganà

Morto per Covid dopo oltre 40 anni di carriera. Perantoni: «Se ne va un pezzo di storia». I funerali il 30 marzo in Duomo

MANTOVA. Il senso del ruolo e l’umanità della persona. La polizia locale e la comunità di Mantova piangono Giuseppe Laganà, aggredito dal Covid a 61 anni. La notizia della sua morte si è diffusa rapidamente, allungando l’ombra dello sconforto. Un sentimento che impasta dolore a incredulità: riferisce il comandante della polizia locale, Paolo Perantoni, di centinaia di messaggi e telefonate ricevuti nel giro di poche ore. Era noto e benvoluto, Laganà, anche dai ragazzi degli anni ’80 che oggi sorridono al ricordo della sua intransigenza, quando li fermava per controllarne la marmitta del motorino.

In divisa proprio dal 1980, in oltre quarant’anni di carriera Laganà aveva scalato la gerarchia fino al grado di funzionario. Ma senza mai sgomitare, animato dall’imperativo del dovere e dal gusto della solidarietà. Come referente della protezione civile, aveva coordinato tutte le missioni nelle zone terremotate, compresa L’Aquila. Amante della natura, aveva operato anche nel nucleo di polizia ambientale e, oltre il confine del lavoro, aveva fondato l’Anpana, Associazione nazionale protezione animali natura e ambiente.

Cavaliere e Ufficiale della Repubblica, Laganà era apprezzato dentro e fuori il perimetro delle istituzioni. «Se ne va un pezzo di storia del nostro comando e un amico – scandisce commosso Perantoni – Giuseppe Laganà era un uomo delle istituzioni, aveva un grande senso del proprio ruolo, del quale era fiero. E l’orgoglio lo trasmetteva anche ai nuovi arrivati. Dopo quarant’anni di lavoro aveva mantenuto l’entusiasmo degli inizi, la sua disponibilità era infinita, non si tirava mai indietro. Ha sempre dedicato una parte di sé alla professione e l’altra alla famiglia». Laganà lascia la moglie Anna Rita, i figli Davide e Francesca, la mamma Vincenza e i quattro fratelli. I funerali si svolgeranno martedì alle 11.30 in Duomo.

Addolorato lo è anche il vicecomandante della polizia locale, Luigi Marcone, che ricorda il carattere mite di Laganà, il suo rispetto dei ruoli e la sua gioia quando nel 2020, in occasione della festa per il patrono San Sebastiano, ricevette il riconoscimento per i 40 anni di carriera. Esperto di armi, Laganà era anche curioso di esoterismo e arti magiche: «Ci vorrebbe un libro per raccontarlo – annota l’Anpana sul suo sito – ma ora è tempo di dolore, di commiato».