Shapovalov a supporto di Pospisil: “Non penso che l’ATP stia svolgendo il suo ruolo nel miglior modo possibile”

Il tennista canadese, dopo il match di secondo turno vinto contro Ivashka, esprime il suo supporto al connazionale e alla PTPA

Una battaglia durata quasi tre ore è servita a Denis Shapovalov per avere la meglio del bielorusso Ilya
Ivashka, numero 116 del ranking ATP ed accedere al terzo turno del torneo americano dove affonterà
Hurbert Hurkacz, una settimana dopo la sfida negli ottavi del torneo di Dubai.
Il match contro il bielorusso non è stato per nulla semplice come sottolinea lo stesso Denis: “Penso che lui
abbia giocato davvero bene. Non è mai facile il primo match di un Master dove hai un bye al primo turno,
perché il tuo avversario ha già giocato una partita, specialmente il primo set. Inoltre, lui era al top della
forma”.

Il tennista canadese si proietta anche sul prossimo match: “Sarà una sfida molto complicata, Io e Hubert
abbiamo giocato molte volte contro anche recentemente a Dubai. Li ho giocato molto bene, devo fare lo
stesso qui. Chiaramente sarà un match giocato in condizioni e superficie diverse, quindi mi aspetta una
battaglia”.

In conclusione, Shapovalov esprime il suo supporto al connazionale Vasek Pospisil, dopo le polemiche dei
giorni scorsi sullo scontro tra il canadese e Gaudenzi: “Non ero presente al meeting, quindi non so cosa sia
success, ma conoscendo Vasek personalmente il fatto che lui si sia arrabbiato al punto tale da essere
infastidito durante il match mi fa credere che deve essere successo qualcosa”. Il tennista canadese chiarisce
anche la sua posizione sul tema ATP-PTPA “Sono decisamente dalla parte del PTPA. Non penso che siamo
sottorappresentati, ma penso che ci siano modi in cui potremmo essere rappresentati meglio. L’ATP non
sta svolgendo il suo ruolo nel miglior modo possibile.”. Denis sottolinea anche come le loro proposte
rimangano inascoltate “Ci stanno solo dicendo di scendere in campo e giocare a tennis e non dovrebbero
rivolgersi così ai giocatori se ci considerassero dei loro partner.”

Giuseppe Di Paola