Addio alla pista ciclabile di Gentilini. La giunta di Treviso: «È pericolosa, la demoliremo»
La decisione sulla pista ciclabile di Viale Vittorio Veneto è contenuta nel nuovo Piano urbano della mobilità sostenibile. De Checchi: «Era una scelta inevitabile»
TREVISO. La pista ciclabile di viale Vittorio Veneto verrà demolita. L’ufficialità arriva dal Pums (ossia il Piano urbano della mobilità sostenibile) che, dopo mesi di lavoro, verrà presentato nelle prossime settimane dal vicesindaco Andrea De Checchi.
Il piano vedrà una riorganizzazione complessiva della mobilità ciclabile anche sul viale, che non contemplerà più dunque la contestatissima pista a lato strada.
Realizzata nel primo mandato dal sindaco di Giancarlo Gentilini, fin dalla sua progettazione è stata oggetto di critiche: troppo basso lo scalino per definirla un percorso protetto, troppo stretta per il doppio senso seppur all’epoca fosse a norma, e decisamente troppo costosa. Fatto sta che fino ad oggi la pista è rimasta al suo posto, anche se poco utilizzata proprio dai ciclisti.
«Quella pista sarà demolita», conferma De Checchi, «oggi è troppo stretta e non assolve al suo ruolo. Ma non lasceremo il viale senza percorsi protetti, ne faremo un altro. In queste settimane stiamo valutando alcune soluzioni diverse». Sul come diventeranno viale Vittorio Veneto e viale Brigata Treviso, le bocche sono cucitissime. I tempi, va detto, per la demolizione della pista non sono brevissimi: «Guardiamo al medio termine», si limita a dire De Checchi.
Ergo, ci vorrà almeno un anno. Anche perché prima l’agenda di Ca’ Sugana è già piena di impegni in quanto a percorsi ciclabili. Finito il collegamento – che è già finanziato dal Bando Periferie – tra Santa Maria del Rovere/Selvana/Fiera, i cantieri si apriranno in viale Europa, via Castagnole e via Sant’Antonino. Spazio per molto altro non ne resta nei prossimi due anni.
Però nel frattempo la progettazione sarà definita. Intanto per gestire uno dei viali più frequentati dai ciclisti per accedere la città, la giunta Conte ha deciso di proseguire sulla strada tracciata dalla precedente giunta Manildo. La pista ciclabile a lato strada resta ad un senso di marcia, da porta San Tomaso a Santa Maria del Rovere, mentre i Passeggi restano condivisi dai pedoni e dai ciclisti che procedono in senso opposto.
In questi giorni gli operai del Comune hanno disegnato la segnaletica orizzontale della linea 8 delle Ciclopolitana, che dunque almeno per un paio di anni continuerà a utilizzare le vecchie piste. I tempi per i lavori dipenderanno anche dai finanziamenti che Ca’ Sugana potrebbe ottenere nei prossimi anni; sia il Recovery Fund che, più nello specifico, il piano Parfum di Treviso potrebbero portare in dote soldi da spendere nella mobilità.
Una situazione paradossale quella di viale Vittorio Veneto: una pista ciclabile, due percorsi protetti lungo i Passeggi, eppure usarla in bicicletta è il Far West. Tra chi rispetta i sensi di marcia, chi non ne vuole sapere di salire sulla pista, chi addirittura preferisce la strada, per pedoni e ciclisti c’è sempre da stare attenti.
E allo stesso Gentilini non è mai piaciuta. —
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