La festa per i 104 anni di Maria, la nonnina di San Giorgio con due compleanni
SAN GIORGIO DI NOGARO. «Sorridere sempre». È questo il segreto della longevità di Maria Pilosio Macor di San Giorgio di Nogaro, che sabato 5 febbraio festeggia 104 anni.
Una vita non facile la sua, nata il 5 febbraio 1918, in pieno primo conflitto mondiale. A maggio di quell’anno lo scoppio della terribile pandemia di spagnola.Ora può dire di essere sopravvissuta a due guerre e a due delle più terribili pandemie che hanno colpito l’umanità: la spagnola, appunto, e il Covid.
Si diceva, una vita difficile quella di Maria, fatta di sofferenze, privazioni e sacrifici, iniziata sotto il dominio austriaco, che incuteva paura al punto da spingere qualche genitore a ritardare di dichiarare la nascita di un figlio, come successo per Maria, venuta al mondo il 5 febbraio 1918, battezzata il 7 dello stesso mese, ma registrata all’anagrafe del Comune di San Michele al Tagliamento (lei era di Villanova della Cartera) soltanto il 5 dicembre di quell’anno. Fatto che ha portato Maria a poter festeggiare due compleanni.
Qualche mese prima la rivoluzione d’ottobre aveva strappato il potere allo Zar e Lenin aveva firmato un duro cessate il fuoco permettendo, quindi, il trasferimento di decine di divisioni autro-tedesche dal fronte orientale al nostro. Il 24 ottobre 1917 con la disfatta di Caporetto le truppe nemiche dilagavano in Friuli e in parte del Veneto dove la famiglia Pilosio viveva. Sul Piave, però, 35 divisioni italiane resistevano e vincevano le 55 austro-tedesche salvando l’Italia e l’intera Intesa dalla capitolazione. Se l’Italia fosse uscita di scena tutte le forze imperiali si sarebbero riversate sul fronte occidentale offrendo un supporto decisivo all’esercito tedesco.
La famiglia di Maria non è fuggita davanti all’arrivo degli austriaci che avevano invaso il comune di San Michele, motivo per il quale i genitori la registrano all’anagrafe solamente a dicembre dopo la ritirata austriaca. La pandemia di spagnola intanto mieteva le prime vittime già dalla primavera di quell’anno. Una prima fase, tutto sommato non particolarmente mortale, alla quale però fece seguito, a fine estate, una seconda ondata devastante. La piccola Maria ne uscì indenne.
«Finita la guerra – le piace raccontare – i contadini, e quindi anche la mia famiglia, siamo stati vittime dei proprietari terrieri che, ritornati dal loro esilio, pretendevano la parte mezzadrile e le regalie anche per l’anno di invasione, ben sapendo delle razzie totali compiute dagli austriaci. E allora decidemmo di trasferirci».
Nel 1936 tutta la famiglia di Maria, si trasferisce a Chiarisacco di San Giorgio di Nogaro. Conclusa la Seconda guerra mondiale, durante la quale si è prodigata anche come infermiera, nel 1946 il matrimonio con Adriano Macor, quindi la nascita dei quattro figli: Giorgio, Renata, Luciano e Paolo.
A 96 anni un’altra sfida vinta con il destino, quando supera l’ischemia che la colpisce. E attualmente riesce ancora, seppur con l’aiuto dei figli che l’assistono con amore, a camminare, e, con tenacia e determinazione affronta ogni giorno la vita con il sorriso sulle labbra.
Come racconta il figlio Luciano: «Ci comanda ancora a bacchetta».
L’attuale situazione sembra non scalfire la tempra di Maria che, a 104 anni, mantiene intatta la sua grinta che l’ha sempre contraddistinta: un esempio di ottimismo che andrebbe seguito.