Il combinatista Alessandro Pittin e il fondista Davide Graz, ecco il veterano e l’esordiente che portano il Friuli alle Olimpiadi
foto da Quotidiani locali
Per il combinatista Alessandro Pittin questa sarà la quinta Olimpiade. Insieme a lui debutterà anche il friulano Raffaele Buzzi. Mercoledì 9 febbraio la sfida con il trampolino piccolo si terrà alle 9, poi alle 12 la 10 km di fondo.
Il carnico delle Fiamme gialle, che da molto tempo vive in Val di Fiemme, ha vinto un bronzo indimenticabile a Vancouver nel 2010.
Partito dalla sua Cercivento giovanissimo è arrivato sino a Pechino 2022 con addosso il titolo di veterano che gli calza davvero a pennello, per cercare di nuovo la fiducia nel salto.
Alessandro Pittin è riuscito ad eguagliare con le sue partecipazioni olimpiche i cerchi del simbolo. Come ci si sente?
«Non credo siano molti gli atleti che hanno partecipato a 5 olimpiadi perciò mi sento onorato di quest’occasione. Mi aspettavo di più dalla stagione per avere qualcosa alle spalle e maggior fiducia».
Che cosa ti aspetti da questa Olimpiade e come la ricorderai?
«Sono orgoglioso per questa partecipazione, indipendentemente dai risultati che verranno. Ogni Olimpiade rimane un’esperienza a sé. Questa la ricorderò come l’Olimpiade del Covid, in un contesto molto diverso delle differenti».
Come hai trascorso il pre Olimpiade?
«Un po’di riposo e tanti allenamenti, per migliorare e stabilizzare il salto e prendere fiducia. Non gira molto anche se problemi fisici non ce ne sono. Vedremo come risponderò alle gare».
Quali le nazioni da battere?
«Norvegia, Germania e Austria che dominano da sempre nella combinata. Anche il Giappone vanta una buona tradizione nella combinata così come Finlandia ed Estonia».
Chi potrebbe essere il tuo erede?
«Per il momento fatichiamo a essere competitivi in casa Italia. Questa è stata la migliore stagione di Raffaele Buzzi. Lo vedo carico. Sta crescendo anche Jacopo Bortolas».
Che farai al tuo ritorno?
«Voglio che lo sport sia il mio lavoro ancora per qualche anno. E poi mi dedicherò al mestiere migliore, quello di papà di mia figlia Sophia che ora ha 5 mesi».
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Dal veterano Alessandro Pittin all’esordiente Davide Graz. Martedì occhi puntati sul fondista friulano delle Fiamme oro per il suo gran giorno a Pechino.
Il sappadino al suo debutto assoluto ai Giochi sarà impegnato nella sprint a tecnica libera, gara in cui scenderanno in campo pure Federico Pellegrino, Francesco De Fabiani e Maicol Rastelli.
Graz è in crescita e arriva da una stagione positiva, che l’ha visto maturare e che gli ha permesso di qualificarsi a Pechino. Il ragazzo ha stoffa ed è carico.
Olimpiade. Come suona per te questa parola?
«Un’emozione indescrivibile che auguro a ogni atleta. La nostra fatica alla fine è rivolta per lo più a questo genere di appuntamenti ed è un sogno essere qui».
Cosa ti aspetti da questa esperienza?
«Come atleta il massimo che potrò dare. Come persona di accumulare un bagaglio che mi aiuti ancora a crescere e capire il mondo anche se il Covid ha reso questo più difficile. Clima particolare per scenario e permanenza. Strano non avere pubblico ed essere obbligati alla distanza sociale».
Chi è il tuo allenatore? Chi ringrazi per questo traguardo?
«La scorsa stagione sono stato allenato da Luciano Cardini. Non dimentico il lavoro fatto con Francesca Pupulin, Elda Piller Hoffer e Nicola Selenati negli esordi con l’Asd Camosci. Poi Mirco Romanin, con il quale ho sempre avuto un ottimo rapporto e al quale devo moltissimo. Paolo Rivero il mio allenatore nella U20. La mia fatica é per loro».
La miglior gara della tua vita?
«La sprint di Davos dello scorso dicembre. Sono arrivato 22° ottenendo i primi punti in Coppa del Mondo».
Qual è il tuo idolo?
«Il mio idolo per eccellenza è sempre stato Petter Northug, ma vivendo a Sappada ho sempre ammirato moltissimo gli eroi di casa Pietro Piller Cottrer e Silvio Fauner. Sogno ancora adesso di provare ad eguagliarli».
Cosa combinerai martedì?
«Tirerò fuori il Graz migliore possibile». —
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