Padova, il bar Antille abbassa le saracinesche

PADOVA. Sabato Andrea Pegoraro farà i suoi ultimi caffè al bar Antille. Anche lo storico locale tra Palazzo Moroni e il Bo abbassa la saracinesca. Dopo 30 anni, il 12 febbraio chiuderà per sempre.

Stavolta non c’entra nulla il Covid. L’addio alla piazza della famiglia Pegoraro è dovuto tutto a un’operazione immobiliare che ha portato Mps alla vendita dell’intero stabile di via del Municipio a un fondo immobiliare. Ad oggi c’è il preliminare, manca solo il rogito, che poi porterà la stessa banca a convertirsi in affittuario o a trasferire i propri uffici. Il contratto del bar invece scade sabato. Dal giorno dopo Pegoraro dovrà smontare tutto e liberare i locali. E a rischio ci sono anche i negozi che si affacciano sul Liston e in via San Canziano, per la maggior parte anche loro in affitto da Mps.

In questi ultimi mesi l’Assessorato al Commercio ha provato a trattare con Mps e i nuovi (probabili) proprietari, ma senza successo. Gli accordi sono stati chiusi direttamente tra loro e Pegoraro. Andrea, originario di Abano, 55 anni, di cui 30 passati in quel bar, non ci crede più. «Mi hanno avvisato un anno fa e ho fatto diverse controproposte, anche aumentando l’attuale canone ovviamente, ma sono state rifiutate» racconta il titolare del bar Antille, «e quindi sabato sarà il mio ultimo giorno di lavoro. Purtroppo non credo ci sia molto da fare, ma me ne sto rendendo conto solo ora che la data di chiusura è così vicina. Credo che almeno per 4 o 5 anni i locali resteranno vuoti e mai nessun bar potrà riaprire qui».

Andrea entra in quel bar nel 1992, rilevando il vecchio bar Centrale insieme alla mamma Maria e al fratello Alessandro, ma nel corso degli anni rimane solo con i suoi tre dipendenti, a cui ora dovrà pagare tutte le spese di fine attività a cui avranno diritto, a partire dal Tfr.

Le Antille nel corso di questi decenni è stato frequentato da tutti gli esponenti politici che hanno amministrato Padova dagli anni ’90 in poi. Da Paolo Giaretta a Flavio Zanonato, Giustina Destro, Ivo Rossi, Massimo Bitonci, fino a Sergio Giordani e molti dei loro assessori, consiglieri comunali e staff. Tutti hanno preso per anni cappuccino e cornetto fuori ai tavolini di quel bar, dove spesso sono state prese anche decisioni importanti per la città.

«Ora le legge mi tutela per 18 mesi, ma io devo rimboccarmi le maniche e trovare un altro bar già avviato» continua Andrea Pegoraro, «perché fortunatamente almeno ho una mia licenza. Per me è difficile, perché un posto così non lo troverò più e tutto il lavoro fatto negli anni rischia di sparire, perché i clienti dovranno inevitabilmente cercare un altro posto dove fare colazione o l’aperitivo». Il bar Antille, oltre a essere il bar del “sistema” è da sempre anche il bar delle lauree, ponte tra il palazzo della politica e quello della sapienza accademica. Lo scorso anno, a pochi metri di distanza, aveva chiuso anche il bar del Baffo a causa del Covid. Un altro “lutto” del genere, in una strada dove gli storici caffè non esistono più, rischia di lasciare molti orfani di consolidate abitudini. —

LUca PREziusi