Milano, il giornalista Piero Colaprico è il nuovo direttore artistico del teatro Gerolamo: “Voglio portare qualche scoop anche sul palcoscenico”
"Entro in questa casa in punta di piedi e con grande umiltà", dice il giornalista e scrittore a cui Chitose Asano (che resta direttrice generale) ha scelto di affidare la guida artistica del teatro a due passi dal Duomo. "Giornalismo, libri e teatro hanno una cosa in comune: la parola. Intendiamo aprire il Gerolamo a chi crede nella “propria” parola. Questa può essere una casa comune di nuovi autori e idee"
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“Il teatro Gerolamo, nel suo piccolo, s’attrezza”. Riportato in vita dall’iniziativa privata, tornato ad accendere le luci nella storica sede a pochi passi dal Duomo, il palcoscenico milanese annuncia così la scelta del nuovo direttore artistico: è Piero Colaprico, 65 anni, giornalista, scrittore di gialli ed ex caporedattore di Repubblica Milano. A 36 anni dalla chiusura della sala imposta dalle norme antincendio – dopo ben dieci anni di restauro e quattro di gestione – Chitose Asano abbandona la guida artistica, conservando il ruolo di direttrice generale: “Ringrazio il pubblico e tutti coloro che mi hanno sostenuto in questi anni. Auguro lunga vita al teatro e faccio il mio in bocca al lupo a Piero Colaprico”.
Colaprico proseguirà il lavoro iniziato per rendere il Gerolamo impegnato in prima linea nella valorizzazione delle tante voci che raccontano l’Italia e nell’ospitalità di autori, attori e musicisti: “Sono grato al teatro e alla signora Asano per l’offerta di questo incarico e, senza voler anticipare troppo le linee guida, mi sento di dire che giornalismo, libri e teatro hanno una cosa in comune: la parola. La mia più grande ambizione è realizzare qualche “scoop” anche sul palcoscenico. Intendiamo aprire il Gerolamo a chi crede nella “propria” parola. Quindi, cerchiamo talenti: questa può essere una casa comune di nuovi autori e idee”.
“Entro in questa casa, e nel quartiere del teatro, in punta di piedi e con grande umiltà“, prosegue il nuovo direttore artistico. “Abbiamo la certezza di dover imparare molto da chi – attore, regista, autore – ha reso Milano “spettacolare” in tutti in sensi. E come i libri e i mass media stringono un patto con i lettori, così il teatro fa con gli spettatori. Rinnovare il patto con gli spettatori del Gerolamo sarà per noi importantissimo: senza gli spettatori non esiste altro che silenzio. Infine, siamo convinti di poter recuperare ciò che è stato dimenticato e che può tornare alla luce con una produzione “made in Gerolamo”. Stiamo già lavorando a due testi, uno che ha al centro i segni lasciati dal cardinal Martini e l’altro il poeta, scrittore ed ex carcerato Bruno Brancher. Metteremo insieme il diavolo e l’acqua santa e su queste basi ci muoveremo per comporre una stagione dalle mille sfumature, dalle mille luci e dalle mille ombre”.
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