Giornata del ricordo, la cerimonia a Udine e alla foiba di Basovizza: «Mai dimenticare»
foto da Quotidiani locali
UDINE. Una corona è stata posata nell’area verde dedicata alle vittime delle foibe a Udine, oggi venerdì 10 febbraio. Presenti, oltre ai rappresentanti degli esuli, il prefetto Massimo Marchesiello, il vicegovernatore Riccardo Riccardi e il sindaco di Udine, Pietro Fontanini.
«Mantenere vivo il ricordo di cosa accadde sul confine orientale per non dimenticare, tramandando la storia ai giovani. Questo è stato il messaggio condiviso che tutti hanno voluto lasciare durante la cerimonia.
Sabato, 11 febbraio, a Sant’Osvaldo verrà intitolata un’area a Norma Cossetto dove alcuni vandali hanno abbattuto la targa commemorativa.
La cerimonia a Basovizza
Si è svolta alla Foiba di Basovizza, sul Carso triestino, la solenne cerimonia in occasione del Giorno del Ricordo, ricorrenza istituita nel 2004 per commemorare le vittime delle foibe, l'esodo giuliano-dalmata e le drammatiche vicende del confine orientale negli anni a cavallo del secondo dopoguerra.
Le celebrazioni al Monumento nazionale si svolgono in forma ristretta, nel rispetto delle normative anti Covid, e sono promosse dal Comune di Trieste e dal Comitato per i Martiri delle foibe. Presenti, tra gli altri, il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, la capogruppo dem alla Camera, Debora Serracchiani, autorità civili e militari.
Nell'area della cerimonia sono schierati i gonfaloni dei Comuni di Trieste, Muggia e Duino Aurisina; e ancora quello della Regione Fvg. Inoltre, bandiere e labari delle rappresentanze legate agli esuli. Tra gli altri, anche alcuni aderenti alla X Mas con il loro vessillo. Dopo la cerimonia dell'Alzabandiera, a cura del Reggimento Piemonte Cavalleria 2/o e dell'associazione nazionale Alpini - sezione di Trieste, sono state deposte davanti alla grande foiba corone d'alloro da parte di Regione, Prefettura e Comune di Trieste, da parte del presidente del Comitato per i Martiri delle Foibe e della Lega Nazionale, Paolo Sardos Albertini, e una corona da parte dei rappresentanti delle associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati.
Mattarella: «Il ricordo diventi seme di pace»
«Il Giorno del Ricordo richiama la Repubblica al raccoglimento e alla solidarietà con i familiari e i discendenti di quanti vennero uccisi con crudeltà e gettati nelle foibe, degli italiani strappati alle loro case e costretti all'esodo, di tutti coloro che al confine orientale dovettero pagare i costi umani più alti agli orrori della Seconda guerra mondiale e al suo prolungamento nella persecuzione, nel nazionalismo violento, nel totalitarismo oppressivo». Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del Giorno del Ricordo.
«È un impegno di civiltà conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli istriani, dei fiumani, dei dalmati e degli altri italiani che avevano radici in quelle terre, così ricche di cultura e storia e così macchiate di sangue innocente. I sopravvissuti e gli esuli, insieme alle loro famiglie, hanno tardato a veder riconosciuta la verità delle loro sofferenze. Una ferita che si è aggiunta alle altre», afferma il Capo dello Stato.
«La sciagurata guerra voluta dal fascismo e l'occupazione nazista furono seguite, per questi italiani, da ostilità, repressione, terrore, esecuzioni sommarie aggravando l'orribile succedersi di crimini contro l'umanità di cui è testimone il Novecento. Crimini che le genti e le terre del confine orientale hanno vissuto con drammatica intensità, generando scie di risentimento e incomprensione che a lungo hanno segnato le relazioni tra popoli vicini», dice ancora Mattarella. «L'Europa nata dalla pace e il dialogo ravvivato dall'affermazione delle democrazie hanno aperto e sviluppato una strada nuova. Queste memorie hanno guadagnato rispetto, dignità, ascolto. Sono storia vissuta, monito e responsabilità per il futuro. Il ricordo, anche il più doloroso, anche quello che trae origine dal male, può diventare seme di pace e di crescita civile.
Questo è l'impegno di cui negli ultimi anni il nostro Paese si è reso protagonista insieme alla Slovenia e alla Croazia per fare delle zone di confine una terra di incontro e prosperità, di collaborazione, di speranza. La scelta di Gorizia e Nova Gorica, che saranno congiuntamente Capitale della Cultura europea 2025, dimostra quanto importante sia per l'intera Unione che la memoria delle oppressioni disumane del passato sia divenuta ora strada dell'amicizia, della comprensione, del primato della dignità delle persone, nel rispetto delle diversità e dei diritti», conclude il Capo dello Stato.
«Il ricordo, anche il più doloroso, anche quello che trae origine dal male, può diventare seme di pace e di crescita civile».
«Questo è l’impegno di cui negli ultimi anni il nostro Paese si è reso protagonista insieme alla Slovenia e alla Croazia per fare delle zone di confine una terra di incontro e prosperità, di collaborazione, di speranza», aggiunge ricordando che «la scelta di Gorizia e Nova Gorica, che saranno congiuntamente Capitale della Cultura europea 2025, dimostra quanto importante sia per l’intera Unione che la memoria delle oppressioni disumane del passato sia divenuta ora strada dell’amicizia, della comprensione, del primato della dignità delle persone, nel rispetto delle diversità e dei diritti».
Fedriga: “La verità contro il negazionismo”
«Il giorno del ricordo è importante soprattutto perché parte dal sangue di questa terra, il cuore dell’Italia e dei drammi del 900. La presenza delle istituzioni che non semplicemente ricordano ma rimarcano la verità è fondamentale». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Massimiliano Fedriga in occasione della cerimonia per il giorno del Ricordo a Basovizza. «Quanto è avvenuto con il presidente Pahor e il presidente Mattarella ha una valenza europea e ne siamo orgogliosi – ha continuato il Governatore - . Oggi siamo qua per ribadire la verità. Purtroppo ci sono studiosi o pseudo studiosi negazionisti, revisionisti e riduzionisti che non fanno un favore al ragionamento libero perché la libertà sta soltanto nella verità e quando si vogliono raccontare menzogne ai cittadini non vengono dati gli strumenti per conoscere la libertà, e quindi la verità».