Il calcio azzurro saluta Nini Kuk, primo italiano a giocare nel soccer
Aveva 77 anni e alle spalle una lunga carriera da professionista. Chiuse in serie D con il San Michele dopo l’inizio nella Romana
MONFALCONE Antonio Kuk, il popolare “Nini” scomparso giovedì all’ospedale di Gorizia dove era ricoverato da sabato scorso, è stato qualcosa di più di una gloria del calcio monfalconese partita dalla Romana e poi dal Crda per poi approdare in realtà prestigiose, dall’Atalanta alla Triestina di Nereo Rocco. È stato uno spirito libero, un giramondo, un filosofo del calcio come veniva definito, amante del gioco e studioso dello stesso, tanto da aver scritto vari manuali del calcio, intrisi di cultura e non solo di tecnica, editi da De Vecchi e tradotti poi anche in lingua spagnola. Nato ad Augusta, in Sicilia, nel 1944 (avrebbe compiuto 78 anni a giugno), Nini Kuk iniziò a giocare nella Romana, per poi diventare gloria del Crda. Stopper, libero, mediano, terzino, è stato un giocatore multidimensionale ed eclettico capace di far innamorare Franco Previtali, il grande scopritore di talenti dell’Atalanta che lo portò a Bergamo inserendolo nelle giovanili. E proprio la città orobica divenne la sua nuova patria, lì conobbe la moglie e lì ancora risiede il suo unico figlio, Francesco.
Il ricordo di Nini Kuk è però soprattutto legato alla sua esperienza in Canada, ai Toronto Falcons. Nel 1967, raccontava lo stesso Kuk, giocava in una Triestina in crisi economica, e in mancanza di stipendio decise di accettare la proposta della squadra nordamericana, divenendo istantaneamente il primo giocatore italiano a sbarcare nel “soccer” che di lì a poco avrebbe accolto grandi campioni come Pelè e Chinaglia e che da allora continua a riceverne, ultimo in ordine di tempo quell’Insigne che giocherà dalla prossima stagione proprio lì a Toronto. In Canada ebbe come compagni di squadra vere e proprie leggende del pallone come l’ex Real Madrid Ladislao Kubala e il portiere dell’Inghilterra campione del mondo 1966 Gordon Banks. Il passaggio a Toronto fu indolore solo per lui, ma non per Nereo Rocco: si racconta infatti che il Paron, a quei tempi alla Triestina, andò su tutte le furie quando Kuk letteralmente scappò da Trieste per salire sull’aereo. Con Rocco però fece presto pace, tanto che il tecnico mito, passato al Milan, lo invitò a partecipare a due tournee estive indossando la maglia rossonera. Triestina, Venezia, Belluno, Monfalcone e l’altra squadra di Bergamo, la Virescit, dove al termine di questo giro del mondo ritornò, furono le sue ultime maglie. Nel bergamasco fu tecnico delle giovanili al Leffe e osservatore dell’Atalanta, ma il legame con Monfalcone lo spinse a tornare nel mandamento. Negli anni Settanta lo troviamo in serie D con il Monfalcone e poi con il San Michele.
I funerali, non ancora fissati, si svolgeranno la prossima settimana.