Choc in via Gramsci, punta la pistola in faccia al tabaccaio per rapinarlo: «Ecco come l'ho fatto scappare» - Video
Livorno: «Dammi i soldi», scarrellando l'arma, le sue uniche parole. Poi, con l'auto parcheggiata in doppia fila, è scappato inseguito dal negoziante
LIVORNO. Ha fatto irruzione nella tabaccheria col volto coperto da un pellicciotto e una pistola, forse vera, fra le mani. Puntandola al volto del titolare, il commerciante trentaseienne Luca Maggi: «Dammi i soldi», le sue uniche parole.
Sono stati momenti di terrore quelli vissuti nel negozio di via Gramsci, vicino al semaforo e all’ingresso del pronto soccorso, poco dopo le 13 di sabato 12 febbraio. L’imprenditore, in quel momento da solo dietro al bancone e prossimo alla chiusura mattutina, ha avuto la prontezza di riflessi («e anche un po’ l’incoscienza», ammette) di affrontare il bandito con un portamonete, dato che agitandolo come una clava ha cercato di disarmarlo riuscendo nell’intento di farlo desistere, visto che dopo nemmeno un minuto si è dato alla fuga. «Ha scarrellato la pistola quattro volte, forse era vera, ma sicuramente era scarica di proiettili perché non uscivano fuori i bossoli – racconta – quindi ho deciso di affrontarlo con ciò che avevo a portata di mano. Ho cercato di agitare il portamonete come se fosse una clava, provando a colpirlo, ma non ci sono riuscito. Lui era molto vicino, mi stava puntando la pistola alla testa, era a nemmeno un metro di distanza».
Il tabaccaio non è riuscito a disarmarlo e poco dopo ha cercato di nascondersi sotto il bancone. «Inizialmente ho avuto tanta paura – prosegue – poi ho agito d’istinto. Non avevo mai visto una pistola dal vivo, ma ripeto: quella non mi sembrava carica e lui non mi pareva certo un professionista del crimine. Quindi ho reagito. In nove anni, una cosa del genere, non mi era mai capitata. Realizzato che non sarei riuscito più a disarmarlo mi sono nascosto sotto il bancone e ho iniziato a urlare con più forza possibile. A quel punto si è spaventato ed è fuggito».
Ma non è finita qui. Perché appena compreso che il rapinatore (alto circa un emtro a 70) stava scappando, Maggi è corso fuori e lo ha inseguito a piedi: «Volevo capire come fosse arrivato – racconta ancora – e ho notato che aveva parcheggiato la macchina, bianca, in doppia fila. È salito dal lato del guidatore, quindi probabilmente a bordo era da solo, ed scappato verso l’ospedale. Purtroppo sono riuscito a memorizzare solamente alcuni numeri di targa, perché ancora sotto choc non ero in condizione di fare di meglio. Poi, appena rientrato in negozio, ho chiamato i carabinieri». I militari stanno cercando attraverso le telecamere di identificare il bandito.