Ponte di Sabbioncello in Croazia, gli ambientalisti: «Troppe luci, informeremo l’Europa»
ZAGABRIA Finora, solo poche persone in Croazia hanno sentito parlare dell'associazione per la protezione del cielo notturno, chiamata Naše nebo (Il nostro cielo). Ora l'intero Paese l’ha scoperta. I suoi rappresentanti hanno infatti dichiarato pubblicamente che l'illuminazione di uno dei più grandi vanti della Croazia e del governo di Andrej Plenković, il ponte di Sabbioncello, è inadeguata, in quanto è un importante inquinante luminoso. L’associazione ha già annunciato che informerà la Commissione europea dell'esagerazione dell'illuminazione e dell'eccessivo inquinamento luminoso nell'area protetta della Baia di Mali Ston, e le farà anche sapere come la Croazia stia «sperperando i soldi europei».
Il ponte è stato recentemente ispezionato (sono stati rilevati solo alcuni piccoli difetti), il ministro dei Trasporti croato Oleg Butković ha risposto alle domande dei giornalisti annunciando con ottimismo che le prime auto attraverseranno il ponte alla fine di giugno o all'inizio di luglio. Anche le strade di accesso dovrebbero essere pronte, ad eccezione del raccordo stradale di Ston, che dovrebbe essere completato al più tardi entro l'autunno.
Ma solo pochi giorni fa ecco la sorpresa della dichiarazione dell’associazione Naše nebo secondo cui l'illuminazione del ponte di Sabbioncello non è conforme alla legge applicabile del 2019. «L’infrastruttura è costruita sopra due siti, quello del Piccolo golfo e del Piccolo mare che sono aree protette dal 1983. La legge sulla protezione dell'inquinamento luminoso stabilisce chiaramente che tutta l'illuminazione nelle aree protette deve essere inferiore a 2.200 kelvin mentre i rilevamenti tecnici attuali mostrano che l'illuminazione installata sul nuovissimo ponte è pari a una temperatura di 3.000 kelvin», ha spiegato il vicepresidente dell'associazione Naše nebo Boris Štromar, il quale ha affermato che la società statale Hrvatske ceste (l’appaltatore) aveva avvertito del problema l'anno scorso, ma l'avvertimento è caduto nel vuoto.
Hrvatske ceste ha ora annunciato che il progetto è stato realizzato prima dell'adozione della legge attuale e, tra le righe, ha indicato che potrebbe davvero sostituire completamente l'illuminazione.
Il ponte è stato costruito dai cinesi, il denaro proviene principalmente da fondi europeo e il progettista è uno sloveno, Marjan Pipenbaher. Secondo i media croati, come scrive il Delo di Lubiana, «per il designer sloveno è tutto pulito, poiché la strada sul ponte si trova a 55 metri sul livello del mare, motivo in più per il quale l'illuminazione pubblica sul ponte non può influire sulla flora e sulla fauna della baia di Mali Ston».
Ma l’associazione ambientalista non molla: «Informeremo la Commissione europea su tutto e la informeremo su come la Croazia sta sperperando i soldi europei», ha annunciato con forza il vicepresidente Štromar. A questo annuncio le autorità croate hanno però aguzzato le orecchie. Ci sono molte accuse che si stia sperperando soldi europei in Croazia. Non si è ancora placata l’eco dell'arresto di quattro persone, tra cui l'ex ministro dello Sviluppo regionale e dei Fondi europei Gabrijela Žalac, con l'accusa di frode con denaro europeo al ministero dello Sviluppo regionale e dei Fondi europei nell'ambito di un'indagine della Procura europea. L'informazione ora trapelata al pubblico è che ci sono già 35 nuovi casi di sospetta appropriazione indebita di denaro europeo sul tavolo della Procura europea di Zagabria. Ci finirà anche il ponte di Sabbioncello per qualche watt in più?