Ucraina, il tilt della diplomazia. L’ambasciatore ucraino a Londra: “Noi pronti a concessioni sulla richiesta di ritiro di adesione alla Nato”. Poi ritratta
Parole di appeasement. Pronunciate da un membro dello stato ucraino, ovviamente sono diventate un enorme problema, per Kiev e anche per i suoi alleati.
Nei circoli della sicurezza nazionale e della diplomazia ucraina e tra gli osservatori e i reporter è scoppiato un caso serissimo: ieri sera l'ambasciatore dell'Ucraina nel Regno Unito, Vadym Prystaiko, rispondendo a Stephen Nolan della Bbc – che chiedeva se il suo paese potrebbe accettare di non aderire alla Nato se ciò potesse servire a evitare la guerra con la Russia – ha detto testualmente: «Quello che penso è che noi siamo flessibili per trovare la trovare la via d'uscita migliore. Se dobbiamo passare attraverso alcune serie concessioni, ecco, è qualcosa che potremmo fare. Glielo dico con sicurezza». La risposta riguardava una domanda precisissima e chiara: sull’adesione alla Nato.
????️"We are trying to find the best way out."
— BBC Radio 5 Live (@bbc5live) February 13, 2022
Ukraine's ambassador to the UK Vadym Prystaiko has told @StephenNolan his country might agree not to join @NATO if it would avert war with Russia.
It would mean the country abandoning a goal written into its constitution.
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E’ vero che, subito dopo, l’ambasciatore ha aggiunto: «Non credo che lo faremo, perché non sappiamo quale deve essere il sacrificio» che viene richiesto, ossia perché anche i termini di una eventuale ipotetica trattativa su concessioni da fare al Cremlino non son chiari né messi adeguatamente sul tavolo da Vladimir Putin. Ciononostante, mai si era sentita, sia pure nella oscillante amministrazione guidata da Volodymir Zelensky, una tale apertura dell’Ucraina all’appeasement e alle «concessioni» alla Russia. Le parole di Prystaiko delineano infatti uno scenario piuttosto grave, sia internamente sia dal punto di vista geopolitico. Internamente, significherebbero che il Paese abbandona un obiettivo scritto nella sua costituzione fin da un voto unanime avvenuto nel 2019 nella Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino. E nella proiezione estera preluderebbero a una fortissima divisione dentro lo stato ucraino, che è poi uno degli obiettivi primari dell’operazione putiniana: la destabilizzazione a Kiev.
Fin da stamattina presto, il ministero degli Esteri ucraino sta cercando di tornare indietro da quelle parole così impegnative pronunciate da un rappresentate ucraino così importante. Il ministero informa Buzzfeed che le frasi di Prystaiko, sul fatto che l'Ucraina sia pronta a rinunciare forse all'appartenenza alla Nato per evitare la guerra con la Russia, sono «state prese fuori contesto». Tuttavia gli Esteri di Kiev dicono anche – con una dichiarazione ufficiale – che «per il bene della pace e per salvare la vita dei nostri cittadini, l'Ucraina è pronta a entrare in qualsiasi format di dialogo».
Il caso resta insomma apertissimo, e dentro le ambiguità Mosca sguazza. Innanzitutto perché Prystaiko non è l’ultimo arrivato, è un diplomatico veterano che in precedenza ha servito come ministro degli Esteri, e è nominato da non molto a Londra, scelto direttamente dal presidente Zelensky. Poi perché la maggioranza degli ucraini sostiene ampiamente l'adesione alla Nato. Stamattina Prystaiko stesso è tornato alla Bbc e ha parlato di un «misunderstanding», confermando però che l’Ucraina è pronta a una serie di concessioni riguardanti la contesa coi russi, «ma questo non ha niente a che fare con la Nato».
“It has nothing to do with NATO”
— BBC Breakfast (@BBCBreakfast) February 14, 2022
Ukraine's Ambassador to the UK, Vadym Prystaiko clarifies there will be no change of policy to become a member of NATO on #BBCBreakfast.https://t.co/m9eGqs1M5L pic.twitter.com/EpyAPKTPfR
Nel frattempo Zelensky ha chiesto a Biden di tornare in Ucraina il prima possibile, ha detto un alto funzionario di Kiev alla Cnn, ma secondo funzionari americani è assai improbabile (eufemismo) che a questo punto ciò avvenga, considerando che gli Stati Uniti stanno dicendo insistentemente anche in queste ore ai propri cittadini di andarsene, e stanno spostando i diplomatici lontano da Kiev.
Ovviamente la retromarcia dell’ambasciatore ucraino non è stata minimamente presa in considerazione dai media di stato del Cremlino, che hanno avviato la macchina della propaganda di stato a pieno regime. La Tass, due ore dopo la ritrattazione di Prystaiko, ha titolato entusiasticamente: «Kiev potrebbe ritirare l'offerta per entrare a far parte della NATO se aiuta a prevenire la guerra, afferma l'ambasciatore dell'Ucraina nel Regno Unito». Stesso titolo, più o meno, su RT, che ha rilanciato l’intervista della Bbc. La direttrice di RT, Margarita Simonyan, finge di piangere in tv e dice che la Russia non ha altra scelta che intervenire prima che l'Ucraina costruisca campi di concentramento e inizi a gasare le persone.
Simonyan goes from fake-crying to rage, insists that Russia has to intervene in Ukraine "to protect the Russians" and claiming that Ukrainians "are not the same Ukrainians who fought alongside Russians in WWII," but descendants of "crazy Banderite hordes."https://t.co/K3OQ3W0vcz pic.twitter.com/SleXo0HAPI
— Julia Davis (@JuliaDavisNews) February 13, 2022
Segnali di euforia si mescolano a scoppi d’ira che segnalano debolezza, anche nella diplomazia del Cremlino: un altro ambasciatore, stavolta quello russo in Svezia, a una domanda su eventuali nuove sanzioni occidentali alla Russia, ha risposto seccamente: «Non ce ne frega un c...». Segno che un qualche nervosismo comincia ad agitare anche l’esercito della diplomazia di Sergey Lavrov.
Russia's ambassador to Sweden says 'we don't give a shit about Western sanctions'
— Olga Lautman ???????? (@OlgaNYC1211) February 14, 2022
They are nervous and we must make sure that Putin and his criminals get slammed with the most crippling sanctions. They don’t give a shit yet spend billions lobbying against https://t.co/Axn9QigKEg