“L’Ucraina pensa di rinunciare ad entrare nella Nato”. Ma il ministro smentisce l’ambasciatore
Per evitare la guerra con la Russia, l’Ucraina sta valutando di rinunciare a proseguire i suoi passi per l‘adesione alla Nato.
Mentre sale di ora in ora la tensione con Biden che lancia minacce a Putin – sarebbe l’ennesimo inquilino democratico della Casa Bianca a provocare una guerra come fece Obama che di guerre ne ha provocate addirittura sette – l’ambasciatore ucraino in Gran Bretagna, Vadym Prystaiko, intervistato dalla Bbc, fa sapere che l’Ucraina potrebbe rinunciare, come gesto di buona volontà, all’ingresso nella Nato.
Sarebbe una grande concessione alla Russia. E, secondo il diplomatico, Kiev potrebbe dimostrarsi ”flessibile” rispetto alle sue ambizioni verso la Nato.
Rispondendo a una domanda su un possibile cambio della posizione ucraina rispetto all’adesione alla Nato, Prystaiko ha detto che sì, ”potremmo” cambiare la nostra posizione.
”Soprattutto se saremo minacciati, ricattati e spinti a farlo”, ha detto Prystaiko.
Ma il ministero degli Esteri ucraino, reagisce sottolineando che la prospettiva di un’adesione all’Alleanza atlantica da parte di Kiev è “incardinata nella Costituzione” e che le parole dell’ambasciatore ucraino a Londra riguardo alla possibile rinuncia all’adesione alla Nato per non scatenare una guerra con la Russia sono state “prese fuori contesto“.
Per l’Ucraina è “cruciale” avere una “garanzia di sicurezza” e “la migliore garanzia sarebbe l’immediata adesione alla Nato“, ha affermato il ministero.
Oggi a Kiev arriverà il cancelliere tedesco Olaf Scholz che ha chiesto alla Russia ”segnali immediati di de-escalation”.
Alla vigilia della sua partenza ha detto che qualsiasi attacco della Russia avrebbe portato a ”sanzioni severe che abbiamo preparato con cura e che possiamo mettere in atto in qualsiasi momento”.
Scholz ha poi descritto la sua missione a Kiev come ”un tentativo di garantire la pace all’Europa”.
Durante l’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy, Scholz dovrebbe discutere di come la Germania possa aiutare l’economia ucraina. Domani, poi, Scholz volerà a Mosca dove mercoledì arriverà anche il presidente del Brasile Jair Bolsonaro per incontrare il presidente russo Vladimir Putin prima di ripartire per l’Ungheria per un colloquio con il primo ministro ungherese Viktor Orban giovedì a Budapest.
Putin aveva invitato Bolsonaro a Mosca a dicembre.
E mentre prosegue il lavoro della diplomazia e le Borse scontano le tensioni con forti ribassi, altri Paesi suggeriscono ai propri cittadini di lasciare l’Ucraina.
Ieri è stata la volta del Giappone ha invitato i connazionali a lasciare “immediatamente” l’Ucraina e ha annunciato che lascerà il Paese la maggior parte del personale dell’ambasciata a Kiev.
Resteranno, secondo notizie riportate stamani dall’agenzia Kyodo, meno di dieci persone, compreso l’ambasciatore.
Getta acqua sul fuoco il nunzio apostolico in Ucraina, Visvaldas Kulbokas, secondo il quale ”l’Ucraina è diventato un Paese resiliente. Nel bene e nel male è abituato al conflitto”.
La popolazione ucraina ”sì, è preoccupata. Ma relativamente” – spiega all’Adnkronos – . perché, da quello che raccontano i fedeli che si riuniscono nella Cattedrale di Sant’Alessandro a Kiev, gli ucraini ”sono abituati al conflitto e a una situazione di tensione che va avanti da anni”, dal 2014.
Per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, al momento le relazioni tra Mosca e Washington sono a un “livello bassissimo“, ci sono alcuni canali di dialogo, ha detto ai media russi secondo quanto riporta la Bbc, ma quando si tratta di “rapporti bilaterali, si può parlare solo in negativo”. “Siamo – ha aggiunto – a un punto molto, molto basso“.
I presidenti dei due Paesi “parlano, c’è dialogo su altri fronti”, ha detto ancora Peskov, affermando che si tratta di un aspetto positivo “perché solo un paio di anni fa non c’era dialogo, non c’erano contatti del genere”.
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