Pallacanestro Trieste, le difese avversarie marcano Banks al limite: l’Allianz non ci sta
Serie A: senza fare polemiche i biancorossi chiedono tutela per il pistolero. Il dopo-Fernandez in un momento di stallo
TRIESTE I pugni sul tavolo e la voce grossa non appartengono allo stile dei personaggi. Però qualche volta anche i santi perdono la pazienza. Insolito sentire Franco Ciani sfogarsi nel dopopartita ma nel clan biancorosso sta montando l’esasperazione e se ne fa portavoce anche il presidente dell’Allianz Mario Ghiacci.
Al centro del caso il trattamento speciale riservato dalle difese avversarie a Adrian Banks nelle ultime uscite. «Non vorrei diventasse una moda» ha ironizzato Ciani a Brescia dopo che il pistolero nel secondo tempo è stato arginato con le buone ma anche con le ruvide e cattive dai difensori della Germani. Certamente è bizzarro che il tiratore principe di Trieste, protagonista di un primo quarto devastante, nel corso della partita abbia tirato un solo libero, peraltro sbagliandolo. Per il cecchino designato sul fronte opposto, Amedeo Della Valle, otto liberi. Ghiacci non vuole polemizzare ma si concede qualche distinguo.
«Prendiamo atto che nelle ultime tre partite si è alzato l’impatto difensivo e Banks è stato oggetto di marcature al limite. Intendiamoci, dobbiamo aspettarci una maggiore aggressività in questa fase della stagione, sappiamo che d’ora in avanti saranno sempre battaglie e non pretendiamo naturalmente di ricevere favori. Chiediamo attenzione ed equità, tutto qui. Banks e Davis hanno subito contatti che andavano sanzionati. E chiarisco che non dico questo per giustificare la sconfitta. Brescia sta vivendo un momento magico, altre sette squadre prima di noi si sono inchinate e non mi sorprenderebbe vedere la Coppa Italia prendere la strada del PalaLeonessa. Noi oggettivamente abbiamo anche qualche altro problema».
Paradossalmente proprio contro i bresciani all’andata, a Valmaura, Banks aveva subito il maggior numero di falli del suo campionato: 8. Con otto liberi glacialmente realizzati. L’impatto difensivo su Banks l’altra sera si è avvertito in modo particolare perchè il pistolero (a proposito, l’irridente provocazione di ripetere il gesto dopo aver piazzato una tripla non è stato granchè elegante da parte di Laquintana che a Trieste era stato accolto bene...) era l’unico terminale attivo visto che Davis, curato con antibiotici per un ascesso, non girava e Mian era in serata no al tiro. Davis in campo per 29 minuti ma inevitabilmente con metà potenziale ha evidenziato, se mai ce ne fosse stato bisogno, il problema in regia aperto dalla partenza di Fernandez.
Per Cavaliero 21 minuti, cambiando anche Banks. La coperta rimane corta, soprattutto quando gli avversari pressano e raddoppiano appena messo piede in campo. La situazione è nota. In serie A non ci sono play in uscita, Virtus e Milano si tengono stretti rispettivamente Ruzzier e Baldasso così come Pesaro non considera di lasciare Tambone. Anche i club di A2 prima di rinunciare a un giocatore vogliono coprirsi le spalle e, comunque, non c’è certezza che un play (o un combo come Bossi) incisivo al piano di sotto possa avere un impatto importante in A. Quando alla terza opzione, uno straniero passando alla formula del 6+6, rimane largamente la più onerosa rischiando inoltre di incidere sugli equilibri della squadra. Una faccenda tutt’altro che semplice. —