Si sentono male durante una festa di compleanno, sette bambini intossicati dal monossido di carbonio
A tutti è stato somministrato l’ossigeno. Per uno di loro è stato necessario il trattamento in camera iperbarica
MARIANO DEL FRIULI. Sette bambini – e non tre come era emerso in un primo momento - sono rimasti intossicati domenica 13 febbraio a causa delle inalazioni da monossido di carbonio. L’incidente è avvenuto nel corso di una festa di compleanno organizzata in un locale al confine tra i Comuni di Mariano del Friuli e Cormons e, considerata la minore età dei protagonisti, i dettagli non possono essere che sfumati e generali. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Gradisca d’Isonzo con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia.
Da parte degli investigatori il riserbo è massimo, ma da quanto è stato possibile verificare, il malore si è verificato mentre i giovanissimi si trovavano all’interno di un gazebo. La struttura temporanea era riscaldata con i tradizionali funghi a gas, ma in assenza di un sufficiente ricambio d’aria l’ambiente ha iniziato a saturarsi con il monossido di carbonio e i minori hanno accusato i sintomi tipici dell’intossicazione: dal mal di testa alla vertigine fino ai conati di vomito.
Appena gli adulti si sono resi conto di quanto stava accadendo li hanno fatti uscire all’esterno e hanno immediatamente fatto scattata l’allarme con la richiesta di intervento al Numero unico dell’emergenza 112. Sul posto sono arrivate le ambulanze e l’automedica con i sanitari che hanno preso in carico i bambini e somministrato loro ossigeno puro. Una volta stabilizzati, sette di loro sono stati accompagnati in ospedale per accertamenti. Nessuno risulta essere fortunatamente in pericolo di vita, ma per almeno uno è stato necessario effettuare un trattamento di ossigenoterapia in camera iperbarica a Trieste.
Cosa sia successo lo dovranno stabilire le indagini delle forze dell’ordine. Gli investigatori dovranno appurare se si sia trattato di un malfunzionamento e se i cosiddetti “funghi” fossero adatti all’ambiente in cui si trovavano.
Proprio perché la combustione di gas naturale produce anidride carbonica, è vietato collocarli in ambienti chiusi. Gli impianti a gas devono essere utilizzati esclusivamente in aree aperte o in spazi ampiamente ventilati come portici o tettoie. È vietato tenerli anche in spazi interrati o a livello più basso del suolo perché l’anidride carbonica pesa più dell’aria e occupa gli strati più bassi dell’atmosfera, vicino al terreno.
È infatti per questo che domenica pomeriggio i primi ad accusare i sintomi di avvelenamento sono stati i bambini e non gli adulti. Per tutti la prognosi è stata di 24 ore. L’emivita di eliminazione del monossido di carbonio è di circa 4 ore e mezzo in aria a pressione ambiente, un’ora e mezzo con ossigeno al 100% e di 20 minuti con ossigeno a 3 atmosfere, ma per precauzione i ragazzini sono stati tenuti sotto osservazione per l’intera giornata.