Lo sportello per sbloccare il Green pass preso d’assalto, in centinaia in fila all’hub vaccinale del quartiere fieristico
In poche ore sono stati analizzati 173 casi, 142 quelli risolti Il responsabile Miceli: garantiamo a tutti una risposta
UDINE. Ci sono anche casi molto particolari, come quella di Seth Kwarteng, del lavoratore immigrato contagiato durante il rientro in patria e in attesa che la certificazione gli venga riconosciuta. O di Norma, un’insegnante esentata dalla vaccinazione dopo gli esiti «quasi fatali», spiega, della prima somministrazione con il lotto di AstraZeneca poi ritirato. Ma in almeno 8 casi su 10, se non di più, a bussare al nuovo sportello Green pass attivato dall’ Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc) sono lavoratori guariti dal Covid e in attesa di Green pass.
Sono stati soprattutto loro, nel pomeriggio di lunedì 14 febbraio, a bussare alle porte del nuovo sportello attivato dall’Asufc nell’ambito dell’hub vaccinale del quartiere fieristico. In 142, pari all’84 per cento della casistica analizzata, hanno risolto e già dispongono del certificato, mentre altri 32 devono attendere ulteriori approfondimenti. «Un assalto? All’inizio è stato effettivamente così e per la prima ora ci sono state difficoltà e attese lunghe, anche perché in molti si erano presentati qui ben prima dell’apertura dello sportello, fissata per le 14.30. In poco tempo ci siamo organizzati, abbiamo aperto due sportelli in più, passando da sette a nove, e già a metà pomeriggio la situazione si era normalizzata».
A descrivere la situazione è Stefano Miceli, responsabile dell’hub vaccinale, e la sua è una cronaca di un pomeriggio difficile solo all’inizio. Dopo le segnalazioni di file e proteste, in effetti, alle 17 la situazione risulta del tutto normalizzata, con le file più lunghe che non superano i tre utenti e tempi di attesa contenuti sotto i quindici minuti.
Tre le problematiche gestire dagli operatori: la mancata emissione del Green passa da guarigione, che come detto è la casistica più diffusa, il rilascio del certificato post vaccinazione e lo spostamento della seconda dose del vaccino per chi abbia contratto il virus dopo la prima. In fila agli sportelli, come detto, ci sono soprattutto persone che hanno contratto il virus tra la fine del 2021 e l’inizio di quest’anno. Come Juan, un ragazzo di Povoletto che, spiega, si è contagiato con tutta la sua famiglia durante le vacanze natalizie: «Ci siamo ammalati in quattro – racconta – e io sono l’unico a non aver ricevuto il Green pass».
In pochi minuti descrive il suo caso allo sportello e gli assicurano che nel giro di un’ora tutto sarà risolto. Un signore di Mereto di Tomba, che si rivolge allo sportello per lo stesso tipo di motivo, se la cava ancora più velocemente: il messaggio sull’emissione del Green pass, infatti, lo riceve sul cellulare prima ancora di uscire dal padiglione. Finora gli era andata buca sia dopo il test negativo della farmacia sia dopo il tampone disposto dall’Azienda sanitaria.
Lunedì 14 febbraio è bastato presentarsi per incrociare i dati e risolvere il problema. «Non riusciamo a risolvere tutti i tipi di casistiche che ci vengono sottoposte – spiega ancora Miceli – ma una buona percentuale sì. E comunque garantiamo a tutti una risposta e una presa in carico». Risposta più difficile quanto più particolare è il caso che viene sottoposto. Alberto, a esempio, ha contratto il virus mentre si trovava in Spagna, a fine dicembre, e il suo Green pass scadeva il 31 gennaio. «Sono qui con il certificato medico che mi è stato rilasciato in Spagna, chiedendo che venga riconosciuto e che mi rilascino il Green pass».
L’unica alternativa a sua disposizione, non potendo vaccinarsi è il ricorso al tampone: 15 euro ogni due giorni. E le mani legate nel lavoro e nel tempo libero.