Le nostre guide. Luce e gas: come risparmiare nell’anno dei rincari

Negli ultimi dodici mesi le bollette sono aumentate di oltre il 60% e la caccia all’offerta giusta che consenta di spendere meno è diventata sempre più serrata. Ci sono però anche delle scelte da affrontare in ogni singola casa: lampadine, sistemi di risparmio e tanto altro. Inoltre bisogna conoscere le offerte e gli incentivi esatti. Per non sbagliare la scelta servono però tempo e attenzione: ecco il modo per evitare sorprese

LA STANGATA

La misura della stangata è tutta nei numeri che nelle scorse settimane ha snocciolato l’Arera, l’authority italiana del settore: per una famiglia-tipo la bolletta dell’elettricità crescerà del 55% nel primo trimestre del 2022 e quella del gas del 41,8%. E va considerato il fatto che gli aumenti sarebbero stati rispettivamente del 65% e del 59% senza i fondi inseriti nella Legge di bilancio e la riduzione al 5% dell’Iva sul gas.

Tradurre la batosta in soldoni e portarla su base annuale dà ancora di più l’idea del salasso: per la stessa famiglia-tipo, sempre secondo l’Arera, il conto della bolletta arriverà a 823 euro nei dodici mesi che vanno dal 1° aprile 2021 al 31 marzo 2022, con un rincaro del 68% sullo stesso periodo dell’anno precedente (334 euro). Non va molto meglio in termini di percentuale sul fronte gas: la spesa salirà a 1.560 euro, con un incremento di 610 euro (più 64%).

Le contromisure

Rinviato al 2024 l’obbligo di passare al mercato libero dell’energia, per 29 milioni di famiglie italiane l’interrogativo su come ripararsi dalla tempesta è praticamente obbligato, al di là degli ulteriori interventi annunciati dal governo: assediati dal telemarketing selvaggio (e in attesa sia applicata la nuova legge per limitare i call center che ogni giorno propongono nuove offerte) esiste un modo per risparmiare davvero, senza magari rischiare la beffa di ritrovarsi poi con un conto più salato? In molti casi la risposta è sì, ma servono attenzione e consapevolezza nella ricerca delle contromisure, oltre alla giusta dose di diffidenza per capire se la proposta che consideriamo è quella giusta per noi.

Il bivio

Le strade per scegliere la possibile soluzione sono diverse a seconda dei singoli casi. Chi è rimasto nel mercato tutelato, vale a dire quello in cui è l’Arera a definire i prezzi, deve valutare se traslocando al mercato libero può spuntare un trattamento migliore. Chi ha già superato il confine, ha invece la possibilità di fissare il prezzo: nel 2020 l’hanno fatto i due terzi degli italiani confluiti nel settore più concorrenziale, spuntando condizioni che oggi - evidentemente - si rivelano molto vantaggiose.

Un grande aiuto sul fronte pubblico per capire come muoversi in questo intricatissimo campo lo fornisce proprio l’Arera: sul sito dell’authority, www.arera.it, esiste un comparatore che diventa una bussola nella giungla delle offerte. Le proposte possono rivelarsi più o meno convenienti in base alle proprie abitudini e a modi e tempi di consumo: i nostri comportamenti sono ben descritti nella bolletta che riceviamo periodicamente. E utilizzando quei parametri, possiamo essere orientati nel capire qual è la soluzione migliore.

Proprio Arera, peraltro, sta mettendo a punto un sistema che, tra non molto, consentirà di trovare sulla fattura un codice da inserire nel comparatore e venire più agevolmente guidati nel verificare proposte alternative partendo da quelli che sono i nostri consumi-tipo. A volte, risparmiare, è anche dedicare tempo e pazienza nel cercare l’alternativa giusta. E, contestualmente, evitare scelte avventate: perché cambiare senza criterio, alla fine, può anche voler dire spendere di più. —

                                                      ***

Libero o tutelato: la bussola per orientarsi sul mercato di energia e gas. Meglio evitare scelte affrettate

Parlare di risparmio per luce e gas in questo periodo è difficile. Il costo dell’energia è in continua crescita e gli effetti sui consumatori, che siano famiglie o imprese, sono evidenti. Gli aumenti a doppia cifra delle tariffe si scaricano sulle bollette dei consumatori già da qualche mese, ma gli aumenti non sono uguali per tutti e possono variare se si ha una fornitura con il mercato tutelato o libero.

Per aiutare i possessori di utenze domestiche in difficoltà nel pagare bollette di luce e gas troppo salate, l’Arera, l’Authority dell’energia, ha previsto un piano di rateizzazione per le fatture da gennaio ad aprile 2022. La misura prevede di spalmare i pagamenti in 10 mesi con la metà dell’importo da saldare nella prima rata e l’altra metà con rate di almeno 50 euro nei successivi mesi.

Intanto il passaggio al mercato libero per le utenze domestiche è slittato ancora: se ne parla nel 2024. Chi vuole, però, può lasciare quello tutelato in ogni momento. Nel grafico in pagina sono illustrate le differenze tra le due forme di contratto e le istruzioni per cambiare fornitore.

Le tariffe

Così come ricorda Altroconsumo, il mercato tutelato ha condizioni economiche stabilite dall’Authority e aggiornate ogni tre mesi mentre le offerte del mercato libero sono in parte stabilite dal venditore. Si tratta delle seguenti voci di spesa: costo dell’energia, quota fissa di “commercializzazione” e altre voci relative all’erogazione del servizio.

I costi di trasporto, distribuzione, oneri di sistema, accise e Iva sono fissati a livello nazionale e sono identiche a quelle del mercato tutelato. In quello libero, inoltre, i venditori aggiornano le condizioni economiche con periodicità specificata nel contratto e a volte propongono offerte a prezzi fissi per determinati periodi: l’informazione va verificata quando si sottoscrivono le offerte. Volendo, si può provare anche a rinegoziare la tariffa con il proprio fornitore.

I consigli

Passare dal mercato tutelato a quello libero può essere vantaggioso. Per farlo bisogna sottoscrivere un nuovo contratto. Gli esperti di Altroconsumo hanno stilato un vademecum per aiutare i clienti a fare una scelta consapevole.

Innanzitutto bisogna conoscere il proprio consumo annuo e la spesa: così sarà più facile confrontare la stima della spesa annua che viene proposta. Bisogna poi verificare le condizioni economiche: solitamente le voci di costo sono esposte in una pagina chiamata “condizioni Tecnico Economiche”. Si tratta di un documento importante. Quando si è in fase di discussione con il potenziale fornitore bisogna richiederlo o controllare che sia nel contratto.

Tra i consigli, quello di non effettuare mai un cambiamento d’impulso. È importante verificare l’offerta proposta e chiedere di visionare le condizioni contrattuali prima dell’adesione. Se ci viene risposto che non è possibile vedere preventivamente le condizioni contrattuali, meglio cercare un’altra offerta.

C’è poi la possibilità di utilizzare i comparatori online (nel grafico in pagina è illustrato quello dell’Arera). Si tratta di strumenti importanti perché, usando il proprio profilo di consumo, si possono confrontare le offerte.

Nessuna paura se ci si rende conto di aver scelto un’offerta non adatta alle proprie esigenze. Se si vuole recedere entro 14 giorni dalla sottoscrizione del contratto c’è la possibilità di esercitare il diritto di ripensamento: sarà come se il contratto non fosse mai stato sottoscritto. Dopo i 14 giorni, è possibile recedere cambiando fornitore e, volendo, si può ritornare anche nel mercato tutelato.

Per quanto riguarda la luce è necessario contattare il fornitore che gestisce il mercato tutelato della propria zona. Per il gas, l’Authority impone a tutti i fornitori di avere nel proprio listino le condizioni del mercato tutelato. —

                                                          ***

Elettrodomestici e riscaldamento. Orari, programmi, valvole: il risparmio fai da te

Ridurre il peso della bolletta, della luce come del gas, è un compito che comincia nel momento in cui scegliamo l’elettrodomestico. L’Ue ci viene incontro, con le sue etichette energetiche. Le vecchie A+, A++ o A+++, a seconda del grado di efficienza, sono state sostituite in primavera da una nuova classificazione più immediata, che va da A per gli elettrodomestici che consumano meno fino a G.

«Non sempre il gioco vale la candela», avverte Stefano Casiraghi, esperto energia di Altroconsumo. «Dobbiamo mettere sui piatti della bilancia da una parte l’etichettatura energetica, dall’altra il prezzo. Nel settore dei frigoriferi, ad esempio, ci sono modelli di classe C con un ottimo rapporto qualità-prezzo».

Non basta saper scegliere gli elettrodomestici, bisogna saperli usare. Oltre alle indicazioni riportate qui a fianco, soffermiamoci su tre esemplari tra i più energivori, lavatrice, asciugatrice e lavastoviglie.

Altroconsumo calcola che, se con la lavatrice passiamo da 4 a 3 usi settimanali, risparmiamo dai 12 ai 13 euro l’anno e altrettanti con l’asciugatrice, più altri 11 euro di risparmio se riduciamo da 5 a 4 volte l’uso settimanale della lavastoviglie oppure 14 euro se la usiamo 5 volte ma sempre con il programma “eco” e non “auto”, per un totale di 35-40 euro risparmiati ogni anno.

Poca cosa se paragonata ai vantaggi che può dare un corretto uso del riscaldamento. In quello autonomo come in quello centralizzato, grazie a termostati e valvole termostatiche, la temperatura ideale è 20° di giorno, 16-18° di notte. «Ogni grado in più o in meno comporta un aumento o una diminuzione dei costi dell’8%», spiega Casiraghi. «Ai costi attuali del gas, corrisponde a 120 euro in più o in meno di bolletta l’anno».

Illuminazione

Le più belle sono anche le più costose. Le lampadine alogene danno una luce simile a quella del sole, ma consumano molto. Le più moderne, longeve e a minor consumo sono le lampadine a Led. Esistono poi versioni “smart” che in genere sono Led con l’aggiunta di funzioni come il telecomando. Una buona lampadina a Led dovrebbe durare 50 mila ore che, ipotizzando un consumo di 10 ore al giorno, equivalgono a poco meno di 14 anni.

Termostato

La temperatura ideale per il riscaldamento è sui 20 gradi, facile da impostare anche nelle case a riscaldamento centralizzato grazie alle termovalvole. Per ogni grado in meno, Altroconsumo stima un minore consumo annuo dell’8% che, al costo del gas di 1,41 euro a metro cubo, corrisponde a un risparmio di 120 euro in bolletta. Viceversa, una temperatura media di 22 gradi comporta una spesa aggiuntiva di 240 euro l’anno.

Frigorifero

Tenere i suoi ripiani in ordine ne garantisce una migliore prestazione perché fa circolare meglio l’aria. Il caldo va verso l’alto: la temperatura scende di circa due gradi ad ogni ripiano fino alla parte inferiore del vano, la più fredda. Evitare di impostarla sopra i cinque gradi ed evitare di aprire troppe volte e troppo a lungo la porta. Per ridurre i consumi energetici, non introdurre nel frigo cibi quando sono ancora caldi. Se il frigo non è un no-frost, sbrinare con regolarità il freezer.

Lavastoviglie

Lavastoviglie da usare a carico pieno e con il programma “eco” al posto di “auto”. Se il programma lo consente, escludere l’asciugatura. Lavaggio intensivo solo in caso di piatti e stoviglie molto sporchi. Anche la lavatrice sempre a pieno carico e con temperature se possibile non sopra i 40 gradi e, anche qui, con programma “eco”. Meglio riservare i lavaggi a 60 gradi allo sporco eccessivo. Asciugatrice da limitare ai periodi piovosi e quando è impossibile asciugare i panni all’aria aperta.

Forno

Evitare i modelli troppo grandi, di larghezza 90 centimetri, perché, segnala Altroconsumo, per scaldarli si usa il 150% di energia in più rispetto al modello di 60 centimetri. Va pulito con regolarità. Alcuni modelli hanno un sistema di autopulitura, che è però energivoro. Da non mettere vicino al frigorifero, che ha bisogno di uno spazio vitale di circa mezzo metro per dissipare il suo calore.

Piano cottura

Per ridurre tempi di cottura e consumi è consigliabile l’uso dei coperchi; per le cotture lunghe l’ideale è la pentola a pressione. Per una sola tazza di tè meglio usare il microonde, e in generale l’uso combinato di cucina tradizionale e microonde consente di risparmiare. I piani cottura a induzione costano di più, in media 650 euro contro i 250 di uno a gas, ma in 6-8 minuti portano 2 litri d’acqua a 90 gradi.

Scaldabagno

Per l’acqua calda la scelta è tra scaldabagno elettrico, a gas o a pompa di calore. Secondo i calcoli di Altroconsumo, ipotizzando una famiglia di 4 persone con un consumo giornaliero di 80 litri, il costo annuale è di 802 euro con boiler elettrico, di 420 con scaldacqua a pompa di calore, che diventano 365 se lo scaldacqua è di nuova installazione e beneficia della detrazione fiscale del 65% in dieci anni, e 360 con scaldabagno a metano. Per massimizzare l’efficienza è consigliabile installare su tutti i rubinetti, doccia compresa, dei riduttori di flusso.

                                                               ***

Capire i termini degli aiuti statali per scegliere il migliore

1) Superbonus

Il Superbonus consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute per realizzare interventi antisismici, di isolamento termico, di sostituzione degli impianti di riscaldamento (lavori trainanti). Per i lavori di efficientamento energetico bisogna ottenere il miglioramento di due classi energetiche. La detrazione può anche essere usata subito con lo sconto in fattura o si può cedere il credito maturato alle banche. Alcuni istituti di recente hanno sospeso l’accettazione delle domanda dopo le modifiche del Sostegni ter (multi cessione dei crediti). Ai lavori trainanti, possono essere agganciati interventi minori (trainati).

2) Ecobonus

L'ecobonus consiste in una detrazione dall'Irpef da ripartire in 10 anni concessa quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici. In generale, le detrazioni sono riconosciute per: la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento, il miglioramento termico dell'edificio (coibentazioni - pavimenti - finestre, comprensive di infissi), installazione di pannelli solari e sostituzione degli impianti di climatizzazione. A seconda dell’intervento, lo sconto può essere del 65 o del 50%. Sono previsti sconto in fattura e cessione del credito.

3) Efficientamento

Permette di avere in casa il riscaldamento sfruttando il vapore, l’acqua calda e in alcuni casi il raffrescamento mediante liquidi refrigerati, senza la neccessità di una caldaia ma allacciandosi a una centrale o a un sistema di poli di produzione esterni. Raccomandato dall’Ue perché riduce le emissioni di anidride carbonica, si può usare in qualsiasi tipo di edificio, di qualsiasi età. Le opere necessarie per allacciarsi a un impianto di teleriscaldamento beneficiano della detrazione fiscale del 50% prevista per le ristrutturazioni edilizie, il cosiddetto bonus casa.

                                                               ***

Le alternative: Pannelli solari e fotovoltaici, gli incentivi verdi

Le detrazioni rendono il momento propizio per chi voglia installare pannelli solari termici o fotovoltaici sul tetto di casa e per chi, di mestiere, li vende. Il mercato risponde alla domanda che s’impenna, e s’impennano anche i prezzi. «La scelta va fatta con attenzione», avverte Stefano Casiraghi, esperto di energia di Altroconsumo, «perché i prezzi stanno impazzendo. Prima di scegliere è bene farsi fare diversi preventivi».

Nella seconda casa, aperta si e no due mesi l’anno, il fotovoltaico non ha molto senso. Nella prima casa sì, a patto di armarsi di denaro e pazienza. L’acquisto e l’installazione dei pannelli costano caro, si veda il riquadro, e l’investimento ha un ritorno economico soltanto dopo una media di otto-nove anni per chi vive nel Nord Italia, sei-sette per chi sta al Sud.

L’impianto è longevo, dura una trentina d’anni, ma ogni lustro, o ogni decennio, a seconda delle tipologie di pannelli, di tetto e di esposizione, richiede una manutenzione ordinaria. L’inverter, che converte la corrente continua in alternata, ha invece una vita media di dieci anni e un costo, per un impianto da 2 kilowatt, di circa 400 euro.

Fin qui gli aspetti negativi. Quello positivo, e che giustifica tanti sacrifici, è l’abbattimento della bolletta che può arrivare al 55%. «Il fotovoltaico è molto conveniente se viviamo nella casa nelle ore diurne, quando l’impianto produce energia», dice Casiraghi.

Esiste anche la possibilità di dotarsi di una batteria di accumulo, in un locale apposito in casa, e sfruttare così l’energia raccolta anche la sera e la notte. «Questo genere di batteria è sul mercato da due-tre anni, ha un costo di circa 4 mila euro (che si somma ai circa 6 mila dell’impianto, ndr.) e una durata media di cinque anni», dice Casiraghi lasciando intendere che la batteria, al momento, non conviene.

Il solare termico ha, nel caso della tecnologia a circolazione forzata, un costo d’installazione alto ma un effetto immediato sulla bolletta del gas perché la caldaia, anziché scaldare l’acqua a 13-14 gradi dell’acquedotto scalda quella, già a 40 gradi, del serbatoio di accumulo.

Ai prezzi stimati per il 2022, secondo il calcolo di Altroconsumo, una famiglia di 4 persone, con un consumo di acqua calda di 80 litri al giorno, paga 360 euro l’anno. Se l’acqua è pre-riscaldata dal solare termico, la bolletta può scendere dell’80%, a 70-75 euro l’anno. Superati i costi dell’acquisto e dell’installazione, il solare termico ha bisogno soltanto di manutenzione sporadica e poco costosa, e ha una vita media, come il fotovoltaico, di 30 anni. Entrambi i sistemi sono più adatti alle case monofamiliari che non agli appartamenti. Tuttavia la giurisprudenza - si veda ad esempio la sentenza numero 11.707 del Tribunale civile di Milano - ha chiarito che installare in una porzione del tetto un impianto termico o fotovoltaico è possibile, anche se la maggioranza non lo vuole.

Pannelli solari

Incentivati dall’Ecobonus con detrazione al 65%, per una spesa massima di 92.307,69 euro, i pannelli solari termici trasferiscono l’energia dalla luce all’acqua.

Ne esistono di due tipi: a circolazione naturale o forzata. I primi sono più economici ma hanno un maggiore impatto visivo perché richiedono l’installazione del serbatoio per l’acqua sul tetto. I secondi necessitano di un locale dove installare il serbatoio.

I primi consentono un risparmio sulla bolletta del gas che Altroconsumo stima tra il 56 e il 70%. Con i secondi il risparmio può arrivare all’80%.

La tecnologia a circolazione naturale ha un costo medio, per una famiglia di 4 persone, di circa 2.750 euro, 1.500 per l’acquisto e 1.250 per l’installazione. Quella a circolazione forzata costa di più, in media 4.750 euro, 2.750 per l’acquisto e 2.000 per l’installazione, ma integrandosi con la caldaia consente un maggiore risparmio. La detrazione del 65% è cedibile al fornitore, che in cambio applica uno sconto di pari importo.

Celle fotovoltaiche

L’installazione di un impianto fotovoltaico, fornitura e posa in opera comprese, è detraibile al 50% in dieci anni, oppure, al posto della detrazione, può essere chiesto uno sconto di pari importo al fornitore che ottiene il credito d’imposta e può decidere di avvalersene nella dichiarazione dei redditi oppure di cederlo a sua volta a intermediari finanziari. Il fotovoltaico può rientrare anche tra i lavori trainati che usufruiscono del 110%.

I pannelli fotovoltaici catturano l’energia del sole e attraverso un inverter la trasformano in corrente alternata subito disponibile in casa. Hanno un costo medio attorno ai 3 mila euro per kilowatt, 9 mila euro per i 3 kilowatt necessari in genere a una famiglia di 4 persone, e consentono un risparmio sulla bolletta fino al 55%. Rendono al meglio sotto la luce del sole, ma riescono a produrre energia anche con giornate poco luminose. Entro dieci anni danno un ritorno economico. I modelli più recenti garantiscono un rendimento di almeno 20 anni.

                                                                    ***

Domande e risposte. Dalle termovalvole al saper leggere la bolletta. Ecco i principali dubbi e le spiegazioni degli esperti

1) È conveniente installare le termovalvole? Quanto?

L’installazione delle valvole termostatiche - intervento necessario per la contabilizzazione delle calorie consumate dai caloriferi - usufruisce dello sconto fiscale del 50%. L’installazione, infatti, oltre a essere un intervento finalizzato al risparmio energetico (anche senza la sostituzione della caldaia), è comunque considerata intervento di manutenzione straordinaria effettuato su un edificio residenziale.

2) È possibile bloccare le chiamate di call center e agenti di telemarketing sui cellulari?

Lo scorso 22 gennaio il Consiglio dei ministri ha approvato un provvedimento che modifica e potenzia il Registro pubblico delle opposizioni estendendolo anche ai cellulari. Iscrivendosi sul portale www.registrodelleopposizioni.it, si potrà inserire il proprio numero di cellulare e bloccare così le telefonate in arrivo dai call center. Le disposizioni, con le relative istruzioni, saranno operative entro il 31 luglio 2022.

3) Cos’è il bonus sociale di Arera e cosa serve per ottenerlo?

Il bonus sociale previsto dall’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) consiste in uno sconto alle famiglie disagiate sulle forniture di luce, gas e acqua che scatta in presenza di specifici requisiti. Dal 2021 non c’è più bisogno di presentare domanda a Caf e Comuni. Il bonus sociale scatta in automatico se il nucleo familiare possiede i requisiti previsti (reddito Isee entro gli 8.265 euro o famiglia numerosa con 4 figli e Isee entro i 20 mila euro, ma si parla della possibilità che di qui a breve il governo decida di ampliare la soglia). La famiglia, però, deve presentare la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu)per richiedere l’Isee. In pratica, se una famiglia chiede l’Isee e ha i requisiti, l’agevolazione entra in funzione.

4) Cos’è la voce “oneri di sistema” nella bolletta energetica?

Nelle bollette energetiche sono stati inseriti nel corso del tempo costi destinati a specifici obiettivi. Questi costi sono gli oneri di sistema. Rientrano, ad esempio, gli importi per finanziare le fonti rinnovabili o il bonus sociale per le famiglie in difficoltà. Gli oneri di sistema sono pagati da tutti i clienti residenti e non, a prescindere dal fornitore e dal contratto.

5) Un cliente è obbligato a fornire la lettura del contatore al proprio fornitore di energia?

La lettura del contatore spetta ai distributori ma molto dipende anche dal tipo di contratto. Nel mercato tutelato del gas, ad esempio, i gestori hanno l’obbligo di effettuare una lettura annua ai clienti con consumi fino a 500 Smc all’anno mentre per quanto riguarda la luce, in caso di contatore tradizionale o elettronico non ancora attivato, il distributore deve compiere un tentativo di lettura una volta ogni 4 mesi per i clienti con potenza disponibile non superiore a 16,5 kW. Prima dell’avvento dei contatori elettronici in grado di comunicare i consumi, erano frequenti i casi di bollette a conguaglio. In pratica, dopo una serie di fatture comunicate su consumi presunti se non era possibile avere la lettura, nel momento in cui il fornitore riusciva ad avere il dettaglio dei consumi reali, emetteva una fattura comprensiva dei riconteggi. Con i contatori moderni, questi episodi sono rari. La raccomandazione è di controllare sempre la bolletta e di verificare se i consumi sono reali o presunti. In ogni caso, è consigliabile fornire un’autolettura una volta l’anno.

6) Quanto incide il consumo sui costi della bolletta?

Quantificare l’impatto è difficile. Tante le variabili, dalle abitudini familiari al tipo di contratto (mercato tutelato o libero). Per la luce, l’osservatorio di Sostariffe ha calcolato che i consumi incidono dal 28% al 37%. Per quanto riguarda il gas, il peso dei consumi può arrivare fino al 40%.—