La battaglia del vino. Politici, produttori enologi e coop: sospiro di sollievo per il no al bollino nero sulle etichette
Negli emendamenti alla strategia anti-cancro viene inserita una differenziazione, nelle etichette sul vino, tra il consumo e l’abuso. In particolare viene aggiunta la definizione di consumo “nocivo” e non moderato
UDINE. Pericolo scampato. Il mondo del vino friulano tira un grande sospiro di sollievo dopo che il Parlamento europeo ha cancellato l’ipotesi di mettere un bollino nero sulle etichette, paragonando bianchi e rossi di qualità alle sigarette.
Negli emendamenti alla strategia anti-cancro viene inserita una differenziazione, nelle etichette sul vino, tra il consumo e l’abuso. In particolare viene aggiunta la definizione di consumo “nocivo” e non moderato.
Plauso per la vittoria da parte di politici, associazioni, cooperative, produttori, enologi.
L’eurodeputato della Lega Marco Dreosto la butta subito in polemica: «È una grande vittoria della Lega, il Pd era diviso nella difesa del Made in Italy».
La sua collega Elena Lizzi osserva che «stavolta ha prevalso il buonsenso: non ci saranno etichette a demonizzare il comparto vitivinicolo e ad accrescere ulteriormente la frattura con le politiche europee. Il vino che è inserito nella dieta mediterranea di molti Paesi, tra cui l’Italia, è parte della cultura europea e racconta la nostra storia da oltre 2000 anni».
«L’emendamento di Italia e Francia che ha cancellato il riferimento al vino nel Piano anti-cancro dell’Unione europea è senz’altro un’ottima notizia. Ma dobbiamo tenere alta la guardia contro l’eccesso di zelo che a Bruxelles periodicamente prende di mira i grandi prodotti della tradizione italiana», commenta Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.
«Una decisione che fa tirare un sospiro di sollievo anche al nostro sistema regionale - ha sottolineato il coordinatore delle Città del vino del Friuli Venezia Giulia Tiziano Venturini - sia di quello produttivo, dalle cantine ai consorzi che di quello ricettivo legato all’enoturismo.
Una scelta che tutela quelle realtà, come già accade qui in Friuli Venezia Giulia, che promuovono un consumo consapevole e lo valorizzano come elemento di promozione territoriale». Soddisfazione pure da parte della Fivi, Federazione dei vignaioli indipendenti.
«C’è differenza tra consumo nocivo e moderato di bevande alcoliche e non è il consumo in sé a costituire fattore di rischio per il cancro - si legge in una nota firmata dalla presidente Matilde Poggi -. Una campagna che Fivi porta avanti da sempre». Il presidente nazionale di Assoenologi, Riccardo Cotarella e quello regionale Rodolfo Rizzi, hanno così commentato la decisione assunta a Strasburgo: «L’Europarlamento ha salvato la storia millenaria del vino italiano.
La modifica alla relazione sul Piano di azione anti cancro è sostanziale e mette un punto certo sulla relazione vino e salute. Finalmente è stato inserito che c’è differenza tra consumo nocivo e moderato di bevande alcoliche e non è il consumo in sé a costituire fattore di rischio».
«È stata riconosciuta più appropriata la linea dell’approccio moderato. Auspichiamo che ora si possa continuare a lavorare insieme per la lotta contro il cancro senza demonizzare il consumo consapevole di vino e delle altre bevande alcoliche», l’opinione di Michele Pace Perusini, vignaiolo a Corno di Rosazzo e coordinatore della Sezione vitivinicola di Confagricoltura. Prudente Venanzio Francescutti, presidente di Fedagripesca.
«Pur se restano motivi di soddisfazione per il lavoro portato avanti dagli europarlamentari, in particolare da quegli italiani, – spiega – è fondamentale rimanere vigili e tenere alta la guardia in generale sulle strategie che l’Europa è pronta a mettere in pratica, non vorremmo trovarci brutte sorprese».
«Sosteniamo e condividiamo gli sforzi della Commissione nella lotta al cancro - spiega il presidente di Cia Fvg-Agricoltori Italiani, Franco Clementin, vignaiolo ad Aquileia - che rappresentano un passo avanti importante per il futuro della salute. Ma questi sforzi devono tenere conto delle eccellenze agroalimentari, come il vino». —