La protesta a Roma dei triestini Laura e Peter: sciopero della fame per l’ambiente

La protesta a oltranza sotto il ministero della Transizione ecologica. Hanno mollato tutto per perseguire i loro ideali

TRIESTE È stata definita la Greta Thunberg italiana. Da 12 giorni ha scelto - come forma di protesta per il clima - lo sciopero della fame, con tanto di sit-in, a Roma, sotto la sede del ministero della Transizione ecologica. La 27enne triestina Laura Zorzini è diventata una paladina, a livello nazionale, della tutela ambientale. A manifestare sono in tre: con lei Peter Bonu, 36 anni, pure lui triestino, e un’altra ragazza. Sono fermi, sul marciapiedi, ogni giorno, ma è soprattutto lei a far sentire la propria voce, rimbalzata fra tv, radio e giornali. Poco più di 40 chili, minuta, con dei problemi di salute alle spalle, Laura non molla. Insieme agli altri giovani fa parte del movimento “Extinction Rebellion”, artefice di una campagna che chiede l’istituzione di un’assemblea pubblica dedicata ai temi dell’ecologia e della salvaguardia del pianeta.

«C’è stata una parziale promessa da parte del ministro di riferimento Roberto Cingolani – spiega Laura – di concedere un incontro pubblico aperto alla cittadinanza». «Ma – incalzano i ragazzi – non possiamo accontentarci solamente di parole. Abbiamo bisogno di un comunicato ufficiale che confermi l’incontro. Con data e ora». Ma cosa chiedono di preciso? «Vogliamo che il ministro si esprima su come intende affrontare la crisi climatica ed ecologica e sulla possibilità di creare per l’appunto un’assemblea di cittadini che scelga le soluzioni migliori per avviare una transizione ecologica che non lasci indietro nessuno. Questo perché crediamo che non sarà “un bagno di sangue” se tale transizione sarà avviata adesso, e che nessuno meglio di un’assemblea di cittadini può realmente decidere tutelando gli interessi della collettività». Laura è già finita all’ospedale nei giorni scorsi per la prolungata mancanza di cibo, ma nonostante la stanchezza e la debolezza è ferma nelle sue posizioni: «Beviamo tisane – racconta – e bibite con sali minerali. Per il momento si resiste, perché portiamo avanti obiettivi per noi importantissimi. Ogni tanto qualcuno passa e ci offre un tramezzino. Anche le forze dell’ordine volevano portarci una pizza, ma abbiamo sempre rifiutato». Alle difficoltà legate alla salute si sommano altri problemi: «Siamo stati portati più volte al commissariato e ci hanno dato anche un foglio di via da Roma. Nonostante tutto non ci muoviamo». Nel cartello che espongono c’è scritto “Ultima generazione”, così si definiscono, e nei messaggi che lanciano si legge spesso: «Non vogliamo essere l’#ultimagenerazione». Ancora: «Stiamo andando verso l’estinzione, ribelliamoci». Anche Peter sta risentendo del digiuno: «Qualche giramento di testa, la lucidità che talvolta manca, ma solo così pensiamo di ottenere qualcosa. È il modo migliore per rispondere alla violenza perpetrata alla terra». Laura, ex studentessa di Psicologia, ha lasciato gli studi per dedicarsi alla sua battaglia. Stessa scelta per Peter, anche lui con un passato a Psicologia e alcuni lavori nel “curriculum”. L’ultimo come operaio, che ha abbandonato. Una scelta «a favore della disobbedienza civile».—

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